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Coronavirus, Fnomceo su report Gimbe: “Troppi medici non vaccinati. Preoccupa variabilità tra Regioni”

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Coronavirus, Fnomceo su report Gimbe: "Ancora troppi medici non vaccinati. Preoccupa variabilità tra Regioni"
epa08870075 A nurse practitioner fills a needle with the Covid-19 vaccine before administering it to Sister Joanna Sloan (left), the first person in Northern Ireland to receive the first of two Pfizer/BioNTech Covid-19 vaccine jabs, at the Royal Victoria Hospital, in Belfast, Northern Ireland, Britain, 08 December 2020. The UK started the largest immunisation programme in the country's history. Care home workers, NHS staff and people aged 80 and over will begin receiving the jab. EPA/Liam McBurney / POOL
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Il presidente Anelli chiede al ministero della Salute “una netta presa di posizione, affinché siano rispettate le indicazioni previste dal Piano strategico”.

“È inaccettabile che, a un mese dal V-Day, si siano distribuite un quarto delle dosi di vaccino anti-Covid senza tener conto delle priorità indicate dal piano del ministero della Salute: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa e persone di età avanzata. È incomprensibile come in Lombardia il personale amministrativo che ha ricevuto il vaccino superi addirittura quello sanitario. Una società che non mette in sicurezza chi deve curarla e assisterla è una società miope e senza futuro”. Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), commenta i dati del monitoraggio indipendente condotto dalla Fondazione Gimbe.

Secondo il report, elaborato a partire dai dati ufficiali del ministero della Salute, a livello nazionale più del 22% delle dosi sarebbe andato a personale non sanitario. Grande la disomogeneità tra le Regioni, con punte del 34% nella Provincia autonoma di Bolzano, del 39% in Liguria e, appunto, del 51% in Lombardia.

Ma chi sono stati i beneficiari di queste dosi? “Per la gran parte – spiega Anelli – si tratta del personale amministrativo degli ospedali o delle Asl. Persone che, anche in un’ottica di arrivare a strutture Covid-free, è giusto vaccinare. Ma che sono sicuramente meno esposti di medici e infermieri. È invece dagli operatori sanitari che si sarebbe dovuto partire. Anche in un’ottica di gestione del rischio, prima di tutti vanno messi in sicurezza coloro che devono aiutare gli altri. E infatti è proprio loro che il Piano vaccinale del ministero considera una priorità assoluta, dal punto di vista etico e da quello strategico”.

E ancora: “Ci lascia inoltre perplessi la differenza tra i comportamenti delle diverse Regioni, che seguono logiche tutte loro nell’individuazione del target da vaccinare, dando origine a un’ennesima disuguaglianza di salute. Chiediamo perciò una netta presa di posizione del ministero della Salute, affinché siano rispettate le indicazioni previste dal Piano strategico”.

Per quanto riguarda la possibilità che alcuni abbiano indebitamente “saltato la fila”, ricevendo per primi il vaccino pur senza essere a rischio, Anelli invita a fare chiarezza: “Laddove ci siano stati degli illeciti, saranno le autorità competenti a indagare. I cosiddetti ‘furbetti del vaccino’ sono, ce lo auguriamo, solo una categoria residuale. Al fine di non sprecare le dosi già assegnate, ma non somministrate, basterebbero delle ‘liste di riserva’ per ridistribuire le dosi già preparate per coloro che, all’ultimo momento, non si presentano”.

La richiesta della Fnomceo è sempre la stessa: “Vaccinare tutti i medici e gli odontoiatri, e farlo subito. Sarebbe un grande segno di rispetto e civiltà per una professione che ha pagato un prezzo altissimo, con la perdita di oltre 300 vite umane. Sarebbe un segnale di attenzione per il nostro Servizio sanitario nazionale, che quando perde un professionista perde una parte di se stesso: una cellula di quel tessuto vitale e connettivo che lo tiene insieme. Sarebbe, infine ma non ultimo, un impegno per la sicurezza stessa delle cure, della quale la sicurezza degli operatori è presupposto essenziale”.

Redazione Nurse Times

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