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Coronavirus, in Cina si combatte anche con app e mappe.

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Coronavirus, in Cina si combatte anche con app e mappe.
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La tecnologia per smartphone al servizio della lotta all’epidemia.

Nella lotta contro il coronavirus entrano in scena le app per gli smartphone. Una delle più utilizzate dai cinesi, Wechat (simile all’occidentale WhatsApp), sta diventando il sistema per avvisare le autorità sanitarie, in tempo reale, della presenza di persone con i sintomi della malattia, in modo che possano essere visitate a domicilio. Se si tratta di un caso sospetto, la persona infettata può essere trasportata in ospedale con mezzi speciali, i soli autorizzati alla circolazione.

Ma i cittadini cinesi cominciano a utilizzare anche mappe e tracker dell’avanzata del coronavirus sullo smartphone per evitare i quartieri dove risultano infezioni. Una di queste mappe è QuantUrban, che raccoglie informazioni da fonti ufficiali sui quartieri con casi confermati di malati di coronavirus, in modo tale che gli utenti possano capire immediatamente se sono vicini ai focolai di infezione. La mappatura copre le grandi città e altre nove città della provincia di Guandong.

“Mettiamo le informazioni su una mappa in modo che il pubblico possa vedere come i focolai dell’epidemia sono distribuiti in modo più intuitivo”, ha detto Yuan Xiaohui, co-fondatore e Ceo di QuantUrban. Volontari aiutano il team a mantenere la mappa aggiornata con i dati che il governo pubblica quotidianamente. Anche WeChat ha al suo interno un programma, YiKuang, che copre geograficamente le metropoli meridionali di Shenzhen e Guangzhou. “Nei prossimi giorni i casi a Shenzhen potrebbero avere un’impennata, e i dati del Governo arrivano lentamente – ha detto all’agenzia Reuters un manager del posto –. Vedere la mappa è un conforto psicologico”.

I casi confermati a Shenzhen sono saliti rapidamente a 245 da lunedì e la capitale tecnologica della Cina meridionale ha il non invidiabile primato della più colpita tra le grandi metropoli cinesi (Pechino, Shanghai e Guangzhou). Questo perché gran parte della sua popolazione è composta da lavoratori migranti provenienti da Wuhan e dalle province centrali, da cui è partita l’epidemia.

Alibaba e Tencent, due giganti di internet, hanno lanciato servizi medici a distanza attraverso le loro piattaforme: alla fine di gennaio, Ali Health ha aperto un portale di consultazione medica gratuita sulla sua piattaforma commerciale Taobao per gli utenti di Hubei, dove l’epidemia è sorta, e centinaia di specialisti di pneumologia hanno risposto online. Anche WeChat ha lanciato un portale per offrire alle persone indicazioni e suggerimenti sull’epidemia, mentre le società di telecomunicazioni come China Mobile e Tencent hanno lanciato servizi gratuiti che includono video messaggi, videoconferenze, consultazioni a distanza per agevolare il lavoro da casa e ridurre la necessità di viaggiare.

Redazione Nurse Times

Fonte: Rai News

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