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Coronavirus: il supporto respiratorio per le donne incinte

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oronavirus: gravidanza ed età pediatrica.
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Le raccomandazioni degli studiosi della University of Texas Medical Branch di Galveston.

Un articolo pubblicato su Obstetrics & Gynecology elenca una serie di raccomandazioni per l’uso corretto del supporto respiratorio nei rari casi in cui una donna incinta sviluppi una forma grave di coronavirus. “Il nostro obiettivo è di riassumere gli interventi di supporto respiratorio iniziale di base raccomandati per pazienti incinte con infezione da sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2)”, scrivono Luis D. Pacheco, della University of Texas Medical Branch di Galveston, negli Stati Uniti, e colleghi.

In primo luogo l’ossigenoterapia, che può essere effettuata tramite cannula nasale o maschera facciale. Diverso deve essere l’inizio della terapia: nei casi comuni la terapia va iniziata quando i livelli di saturazione periferica di ossigeno scendono al di sotto del 92% e raccomandata con livelli al di sotto del 90%. Al contrario, le donne incinte dovrebbero iniziarla quando i valori sono più bassi del 94%.

Le pazienti dovrebbero poi sdraiarsi in posizione prona se sono a meno di 20 settimane di gestazione. La raccomandazione più importante, secondo Pacheco, riguarda l’introduzione della cannula nasale ad alto flusso come prima opzione nel caso la paziente non migliori con la sola ossigenoterapia. Con la cannula l’ossigeno viene erogato a una velocità di 60 litri/minuto, con l’aggiunta di aria riscaldata e umidificata. Per quanto riguarda il mantenimento dei fluidi, gli autori raccomandano di evitarlo nelle donne incinte con Covid-19 acuto e con SpO2 inferiore a 94%.

Sara Rae Easter, del Women’s Hospital di Boston, che non è tra gli autori dell’articolo, fa notare che la prevenzione dei trombi non viene affrontata. «Sappiamo tutti che i pazienti Covid hanno un rischio maggiore di sviluppare coaguli di sangue o tromboembolismo venoso, e sappiamo che anche le donne in gravidanza sono a rischio di sviluppare
coaguli di sangue»
.

Redazione Nurse Times

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