A questa conclusione sono giunti gli autori di uno studio condotto all’Università di Toronto.
Uccidere i coronavirus e i virus Hiv attraverso le radiazioni delle luci UV-LED, che possono alternare luce bianca e luce ultravioletta decontaminante. E’ ciò che hanno fatto alcuni ricercatori dell’Università di Toronto, in Canada, conducendo uno studio pubblicato su Virology Journal.
Gli studiosi hanno prima testato le luci su spore batteriche chiamate Bacillus pumilus spore, e note per la loro resistenza a queste radiazioni: entro 20 secondi dall’esposizione ai raggi UV la crescita delle spore è diminuita del 99%. Poi hanno creato goccioline contenenti coronavirus o Hiv, esponendole alla luce UV e ponendole in una coltura per vedere se uno qualsiasi dei virus rimaneva attivo: con soli 30 secondi di esposizione la capacità del virus di infettare è diminuita del 93%.
Ma le luci, come noto, non sono innocue e l’esposizione prolungata è dannosa. I raggi UV danneggiano infatti l’acido nucleico. Ecco perché le luci dovrebbero essere utilizzate quando gli spazi pubblici sono vuoti, come nel caso degli autobus lasciati liberi dopo aver terminato i loro percorsi o degli ascensori vuoti che viaggiano tra i piani. I corrimano delle scale mobili, per fare un altro esempio, andrebbero continuamente disinfettati, inserendo luci UV nella parte sotterranea del binario e pulendolo a ogni rotazione.
Redazione Nurse Times
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