Rilanciamo un articolo di Medical Facts che illustra i risultati di un recentissimo studio.
Sin dall’inizio di quest’epidemia abbiamo ribadito che, prima di esprimere giudizi definitivi sulla sua reale gravità, è necessario conoscere nel dettaglio le caratteristiche del coronavirus che la sta causando. A partire dalla sua capacità di trasmettersi in modo efficace in assenza di sintomi evidenti.
Una breve comunicazione, appena pubblicata sul New England Journal of Medicine, inizia a fare chiarezza su quest’ultimo aspetto, confermando purtroppo i timori che avevamo. In particolare, lo studio descrive l’infezione in 18 individui, di cui uno senza sintomi. La cosa interessante è che, per la prima volta, sono riportati in modo puntuale alcuni aspetti riguardanti il virus. Per ogni paziente, infatti, è stata rilevata la quantità di virus (in gergo si parla di carica virale) presente nel naso e nella gola, in vari giorni successivi alla prima comparsa dei sintomi. Per il soggetto asintomatico è stato fatto lo stesso, calcolando i giorni a partire dal contatto con un soggetto infetto.
L’analisi di questi dati ha dimostrato come la quantità di virus raggiunga il picco subito dopo la comparsa dei primi sintomi, con livelli più alti nel naso rispetto alla gola. I pazienti stanno ancora relativamente bene, ma hanno già livelli elevati di virus nelle prime vie respiratorie. Questo dato è drammaticamente diverso rispetto a quanti si osservava con la Sars, in cui il picco virale era raggiunto dieci giorni dopo la comparsa dei sintomi, quando il paziente stava già molto male o, nei casi più gravi, addirittura in rianimazione. E di conseguenza non poteva trasmettere l’infezione, se non a chi lo stava curando.
Altro aspetto che emerge è che anche nel soggetto senza sintomi si raggiungono livelli di virus nel naso e nella gola paragonabili a chi i sintomi li aveva. Anche lui, quindi, aveva tutto per trasmettere l’infezione.
Cosa concludiamo da questo studio? Una carica elevata di virus significa che una maggiore quantità di virus può, attraverso il muco o la saliva, raggiungere un individuo sano, ovvero che è più alta la possibilità di infettarlo. Questa probabilità è resa ancora più elevata dal fatto che livelli così alti sono raggiunti quando il soggetto infettato sta ancora relativamente bene (o addirittura non ha sintomi), ed è quindi ancora in contatto con gli altri, con il resto della società.
Lo ripetiamo, quindi: questo studio dimostra senza ombra di dubbio che anche chi non ha sintomi può trasmettere l’infezione. L’unico modo per evitarlo è impedire che chi ha avuto contatti con le aree a rischio entri in contatto con il resto della popolazione. Questa è ormai una certezza.
Redazione Nurse Times
Fonte: Medical Facts
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