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Commissione paritetica e nuovo ordinamento professionale per i dipendenti della sanità: il Fials pensiero

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Area socio-sanitaria, Fials scrive a Governo e Regioni
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura della segreteria generale del sindacato.

Si é svolto ieri il primo incontro della Commissione paritetica, ex art. 12, sul sistema di classificazione professionale per il personale del comparto sanità. Al tavolo presenti le sigle sindacali firmatarie del vigente Ccnl 2016-18 (Nursind escluso), i delegati dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e le Regioni rappresentative del Comitato di settore.

Ad aprile i lavori, il presidente Aran,  Sergio Gasparrini, che ha esordito affermando: Il lavoro della Commissione sarà, in primis, un lavoro istruttorio di approfondimento e di individuazione di criticità e proposte da offrire alle parti negoziali. Sarà uno scambio reciproco, un’opportunità per un dibattito aperto. Nulla ci impedisce di ragionare su un modello ideale da portare alle parti negoziali e di accompagnare al dibattito più alto e generale al Governo sul procedimento in atto di riforma sul pubblico impiego”.

Ha proseguito Gasparrini: “I lavori partiranno proprio dall’articolo 12 del Ccnl 2016-18. Il primo obiettivo sarà quello di costruire una fotografia della situazione attuale del comparto. Sarà necessario approfondire il modello di classificazione del personale, guardando i dati numerici ma anche le declaratorie delle categorie e i profili professionali esistenti. A seguire ci sarà la fase dell’analisi delle criticità emerse, al fine di individuare le priorità d’intervento. Nella fase finale della commissione dovranno emergere le proposte e valutazioni di sintesi, con la definizione degli obiettivi”.

Nell’apprezzare l’intervento del presidente Aran, la Fials ha subito asserito come “l’assetto professionale” sia un articolato che intende affrontare il “cuore”, il punto centrale della “vita lavorativa” del dipendente, un articolato che affronta la “progressione di carriera”, il suo “stare” nel sistema sanitario.

La Commissione paritetica per l’ordinamento professionale getta le basi per la modernizzazione e gli investimenti in capitale umano, che dovrà poi proseguire con la tornata contrattuale 2019-2021, per dare il doveroso riconoscimento ai vari professionisti per le loro competenze in un sistema organizzativo della salute più efficace ed efficiente.

Per dare senso e concretezza ai lavori della Commissione paritetica e al nuovo percorso dell’assetto professionale per tutti i dipendenti della sanità, a parere della delegazione Fials presente alla riunione, necessitano due precondizioni: risorse economiche e modifiche legislative.

Quanto alle risorse economiche, nessuno dimentica come nelle precedenti modifiche dell’assetto professionale siano intervenuti appositi finanziamenti, ad di fuori di quelle destinate alla contrattazione ma rientranti e finanziati dalla legge di bilancio, che hanno favorito e accompagnato i processi di riorganizzazione. Si pensi ai famosi ruoli del personale dell’ex DPR 761/79, purtroppo ancora validi, e ancor più a quanto avvenuto ormai 20 anni fa con il Ccnl del 07.04.1999 che con lo stesso art. 12 sulla classificazione del personale le parti negoziali hanno inteso superare definitivamente il precedente sistema di inquadramento del personale del Servizio sanitario nazionale, basato sugli 11 livelli economici, attraverso l’introduzione di un nuovo e diverso sistema tale da consentire un giusto contemperamento tra valorizzazione dell’autonomia organizzativa delle aziende ed esigenze di sviluppo professionale dei dipendenti con l’introduzione delle attuali 4 categorie oltre al Bs e Ds.

L’obiettivo per Fials é il recupero della motivazione e valorizzazione del personale, struttura portante del nostro sistema sanitario, attraverso il riconoscimento della professionalità e della qualità delle competenze individuali. Necessita, per la Fials, innovare i contenuti professionali e/o individuare  nuovi profili professionali, al fine di favorire con maggiori efficacia ed efficienza i processi di cambiamento organizzativo. Ci devono essere ulteriori opportunità di progressione economica per tutti gli operatori, con una sua revisione dei criteri in correlazione alla valutazione delle competenze professionali acquisite e all’esperienza professionale maturata.

Sarà necessario analizzare gli strumenti per lo sviluppo delle competenze professionali e individuazione degli incarichi professionali, andando a valorizzare ed implementare le specificità professionali e competenze esistenti, tra cui quella dell’operatore sociosanitario, quelle del personale amministrativo e tecnico, e definendo nuovi profili come l’autista soccorritore, il tecnologo alimentare, ecc.

La Commissione paritetica, ha ricordato la Fials, ha come obiettivo principale la previsione di nuove aree funzionali, in rapporto alle competenze espresse dagli operatori. Aree che dovranno superare gli attuali ruoli previsti dal desueto DPR 761/79, ma che devono essere rivisitate rispetto a quelle previste nell’articolo 12 del Ccnl, inserendo anche l’area della ricerca, comprendente i nuovi profili di ricercatori e collaboratori della ricerca negli IRCSS e IZS, come l’Area delle professioni della sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare comprendente i profili professionali negli istituti zooprofilattici sperimentali.

Tuttavia, al fine di valorizzare al massimo l’apporto delle professioni sanitarie e sociali, sarà anche necessario definire nuovi modelli organizzativi, sia nei servizi ospedalieri che nei servizi delle cure primarie. Proposte ben precise e mirate quelle fatte dalla Fials, come l’allineamento giuridico e contrattuale con la dirigenza sanitaria, il riconoscimento per tutte le professioni sanitarie e sociali dell’attività libero professionale intramoenia e l’indennità di esclusività del rapporto di lavoro, oltre agli incarichi professionali in prima assunzione. E ancora, ha proseguito la delegazione Fials, necessita prevedere un’area area dei quadri e vice dirigenza anche nel comparto sanità, già presente negli ordinamenti degli altri comparti.

Rispetto alla seconda precondizione “modifiche legislative” per la concretezza dei lavori della Commissione paritetica, la Fials ha dichiarato che non è possibile porsi subito dei vincoli legislativi, poiché l’ordinamento professionale attuale, definito 20 anni fa, non corrisponde più alle funzioni e competenze correnti degli operatori dei sistemi sanitari regionali, come anche dell’evoluzione dello stesso Sistema sanitario, tra l’altro ridefinito negli obiettivi del Patto della Salute, richiamati dallo stesso Comitato di Settore Regioni Sanità, nel proprio Atto di indirizzo del luglio 2017, inviato all’Aran, che ha dato via poi alla firma del Ccnl 2016-2018.

Proprio sulle modifiche legislative che darebbero vitalità e maggiori motivazioni professionali e progressioni di carriera con il superamento di vincoli e laccioli dettati dal’attuale norme del decreto così detto Brunetta, la Fials ha preso atto delle considerazioni del presidente Aran all’apertura degli odierni lavori, laddove ha esordito di ragionare anche su un modello ideale da accompagnare al dibattito più alto e generale al Governo sul procedimento, in atto, di riforma sul pubblico impiego e il prosieguo dei lavori della Commissione paritetica per il prossimo 8 maggio segna l’impegno di ritmi serrati per dare certezza al percorso segnato.

Proprio sull’aspetto dei vincoli legislativi, il segretario generale della Fials, Giuseppe Carbone, ha affermato che la Confsal, insieme alle proprie organizzazioni sindacali di categoria (tra cui la Fials), è stata presente nello stesso giorno all’audizione della Commissione Lavoro del Senato, proprio sul disegno di legge proposto dal ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, in tema di riforma della pubblica amministrazione. Nell’ambito dell’audizione sono state poste diverse richieste, tra le quali l’apertura immediata dei rinnovi contrattuali per il pubblico impiego per il triennio 2019-2021, ma con ulteriori risorse economiche disponibili da parte del Governo nella Legge di bilancio 2020, ulteriori risorse per i nuovi assetti professionali previsti dalle Commissioni paritetiche dei contratti di comparto, l’istituzione dell’area dei quadri, il superamento di vincoli legislativi per le progressioni di carriera, oltre alla detassazione del salario accesso anche per i dipendenti pubblici.

Ma ancora, subito dopo l’approvazione del DEF 2019 da parte del Consiglio dei ministri, che in sintesi ci presenta come Paese a crescita zero e che per la prossima Legge di stabilità 2020 bisognerà trovare almeno 10 miliardi di euro, avverte Carbone: Che non venga in mente a nessuno di andare a toccare le risorse della sanità. Il Governo non solo si è impegnato a stanziare 3,5 miliardi per il biennio 2020-2021 (e in quelle risorse vi sono anche quelle riferite allo sblocco parziale delle assunzione del personale), ma deve necessariamente mettere ulteriori risorse per i rinnovi contrattuali, perché non è possibile chiudere contratti definibili ‘di miseria’ con un aumento al 2021 di appena 20 euro mensili”.

Redazione Nurse Times

 

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