Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Coina.
Il sindacato Coina interviene dopo l’approvazione, in Consiglio regionale del Lazio, della mozione presentata dal consigliere Mario Luciano Crea (Lista Rocca) sull’attivazione di nuove lauree specialistiche infermieristiche.
“Non siamo contrari all’introduzione di nuove lauree specialistiche – chiarisce il segretario nazionale Coina, Marco Ceccarelli –. Non potremmo mai assumere una posizione negativa in tal senso, ma riteniamo che oggi in Italia non ci sia ancora un terreno fertile per farle attecchire e che si rischi di promuovere altri anni di studi e di sacrifici. A quale prezzo? La priorità non può che essere un’altra: valorizzare economicamente e contrattualmente gli infermieri di base, che sono la colonna portante del Servizio snanitario azionale, la spina dorsale che ogni giorno tiene in piedi ospedali, reparti e servizi territoriali”.
Coina sottolinea come il sistema viva una situazione critica eternamente irrisolta, alla luce di una politica fallimentare e di una Federazione che oggi, per la maggior parte dei professionisti, continuare a “porgere l’altra guancia” nei confronti di progetti paradossali, come l’assistente infermiere, ma non fa sentire la propria voce sulle reali necessità degli infermieri, il cui grido d’aiuto, da troppo tempo, viene ignorato.
Sempre più giovani si allontanano dalla professione, cresce il numero di dimissioni volontarie e continua la fuga all’estero di professionisti brillantemente formati in Italia. “I numeri sono allarmanti – aggiunge il segretario Coina –, e non si può pensare di colmare il vuoto proponendo altri anni di studio in un sistema pubblico disorganizzato e in acque agitate. Dove andrebbero collocate queste nuove lauree specialistiche? In quale quadro contrattuale? Per poi ritrovarsi, dopo ulteriori sacrifici, nel contratto del comparto, senza reali riconoscimenti? Ci troveremmo di fronte a un vero e proprio vicolo cieco”.
Ceccarelli ribadisce un punto fermo: “Le lauree magistrali specialistiche devono trovare naturale collocazione all’interno della dirigenza. Non è accettabile che chi raggiunge un livello formativo superiore venga poi ingabbiato in un contratto inadeguato. Da tempo Coina porta avanti la battaglia per un contratto autonomo per le professioni sanitarie dell’area non medica, chiedendo con forza l’uscita dal comparto”.
La riflessione finale del segretario Coina è chiara: “Non possiamo creare una voragine tra la base e le specializzazioni, abbandonando chi oggi garantisce il funzionamento del sistema. La priorità assoluta deve essere ridare dignità agli infermieri di base, riconoscendo loro ciò che spetta in termini economici, professionali e contrattuali. Solo così potremo costruire un sistema sanitario pubblico solido e attrattivo, capace di trattenere i giovani e di dare prospettive a chi sceglie questa professione, creando terreno fertile anche per le nuove lauree”.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
- Coina: “Mai così profonda la crisi delle professioni assistenziali”
- Coina: “Il crollo di iscrizioni a Infermieristica è un segnale drammatico”
- Coina: “Disparità inaccettabili negli stipendi di infermieri e altri professionisti sanitari”
- Unisciti a noi su Telegram https://t.me/NurseTimes_Channel
- Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
- Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
- Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
- Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento