La grave violazione è stata riscontrata tra i dipendenti degli ospedali “Di Venere” di Carbonara e “Fallacara” di Triggiano.
Sul posto di lavoro ubriachi. E il posto di lavoro è l’ospedale. Ad aver ricevuto una nota avente ad oggetto “Verifica alcolemia acuta e alcool dipendenza” sono stati nei giorni scorsi i direttori delle Unità operative e il personale dirigente e di comparto del “Di Venere” di Bari Carbonara e del “Fallacara” di Triggiano. La nota, a firma del direttore medico facente funzione del presidio ospedaliero Bari Sud, Alessandro Sansonetti, parla chiaro: “Nonostante i divieti imposti dalla vigente legislazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e le raccomandazioni emanate nel corso degli anni, sono giunte notizie a questa direzione di personale sanitario che si presenta sul posto di lavoro in evidente stato di ebbrezza”.
Per i lavoratori della sanità, viene ricordato ai dipendenti, vi è l’assoluto divieto di assunzione di bevande alcoliche prima e durante il lavoro. Non una proibizione imposta dal direttore, dunque, ma un preciso articolo di legge, il numero 15 della 125/2001, che in particolare dispone “il divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche” in categorie di lavoratori individuate dall’Intesa Stato-Regioni del 6 marzo 2006, e tra queste il “personale sanitario in strutture pubbliche e private”. Questo è quanto specificato nella comunicazione che ha fatto il giro delle corsie, nella quale si puntualizza che “oltre a essere vietata la somministrazione durante l’orario di servizio (a esclusione di alcool da mense e bar), è necessario avere un tasso alcolemico pari a zero durante il servizio”.
E non è tutto. È compito anche del datore di lavoro o del suo delegato vigilare affinché non ci siano condizioni di pericolo per lavoratore, colleghi e utenti. Si legge ancora nella circolare firmata da Sansonetti: “Nel caso in cui il lavoratore si presenti in evidente stato di ebbrezza sul luogo di lavoro, il datore di lavoro, ma anche il dirigente responsabile, ha la possibilità e il dovere di allontanare il lavoratore dalla mansione e verificare lo stato alcolemico. È inoltre tenuto a informare il medico competente che metterà in atto tutte le procedure di controllo previste dalla normativa, con invio presso Sert di riferimento territoriale, con allontanamento dal lavoro ‘a rischio’, fino a nullaosta alla ripresa lavorativa da parte del Sert”.
Sansonetti, invitando all’osservanza di quanto descritto, nel caso in cui dovessero essere riscontrati casi di personale in evidente stato di ebbrezza, auspica inoltre una tempestiva segnalazione alla direzione e all’ufficio medico competente. Non mancheranno per i trasgressori le sanzioni: quelle previste dalla Legge 125/2001, con una multa dai 516 a 2.582 euro, e anche quelle del Decreto legislativo 81/2008, secondo cui per chi non rispetta le disposizioni aziendali si può arrivare all’arresto o ad ammende da 200 a 600 euro, oltre a sanzioni disciplinari.
Quest’ultima comunicazione arrivata al personale ospedaliero si aggiunge a quella di qualche settimana fa ricevuta dai dipendenti degli ospedali della Asl Bari. Quella, però, era una nota dell’Unità operativa Analisi del sistema informatico, e bacchettava il personale per il troppo tempo passato davanti al pc ad ascoltare musica o a vedere filmati durante l’orario di lavoro. Dopo alcune segnalazioni, era stato avviato un monitoraggio delle risorse di rete. Il risultato di questo lavoro aveva fatto emergere comportamenti “chiaramente in contrasto con quanto previsto dal regolamento per l’utilizzo e la gestione delle risorse strumentali informatiche e telematiche aziendali”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
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