Ci sono notizie che lasciano senza fiato, che stringono il cuore in una morsa di dolore e impotenza. Oggi è uno di quei giorni. Cesare, sei anni appena, ha smesso di lottare. Sei anni di battaglie, di coraggio, di sorrisi che sfidavano la malattia con una forza che pochi adulti potrebbero mai immaginare.
Per sua madre era “Cece”, il suo amore più grande. Per chiunque abbia avuto la fortuna di incrociare il suo sguardo era una luce. Una di quelle che scaldano l’anima, che rendono il mondo un posto migliore.
Abbiamo sperato fino all’ultimo. Abbiamo creduto nei miracoli. Perché, se qualcuno ne meritava uno, era proprio lui. Cesare aveva già vinto, comunque. Perché la sua battaglia non è stata solo contro la malattia, ma per l’amore, per la vita, per la bellezza di esistere, nonostante tutto.
Oggi, però, resta solo il vuoto. Un’assenza che fa rumore, che pesa come un macigno. Eppure, anche nel dolore, Cesare lascia qualcosa di eterno. Ha insegnato a resistere, a credere, ad amare senza riserve. Il suo passaggio su questa Terra è stato breve, ma straordinario.
Ora il cielo ha un angelo in più. Un’anima pura, troppo grande per questo mondo. E noi, qui, restiamo con il cuore spezzato, ma grati di aver potuto conoscere, anche solo per un istante, un bambino straordinario.
Alla sua mamma, alla sua famiglia, a tutti coloro che oggi piangono questa perdita, va il nostro abbraccio più sincero. A te, Cesare, una sola parola: grazie.
Matteo Lucio Maiolo
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