“Abbiamo un grosso problema: la carenza di personale. Servono medici, infermieri, tecnici, operatori sanitari. Sono stati banditi concorsi per ortopedici, pediatri, anestesisti, interventisti, ma non troviamo personale”
In occasione delle celebrazioni per i primi 10 anni di vita del centro riabilitativo Borsalino di Alessandria, il direttore generale Giovanni Baraldi ha lanciato il grido di allarme
In occasione delle celebrazioni era presente anche l’assessore alla Sanità del Piemonte Antonio Saitta. Baraldi ha spiegato come con l’uscita dal «piano di rientro» della regione Piemonte, il problema principale non sia più quello relativo alle risorse economiche bensì di quelle umane.
“La distribuzione delle risorse su questo territorio su tanti presidi, non integrata e non unitaria, farà sì che in tutti gli ospedali avremo problemi”.
Saitta ha prontamente risposto:
«Il problema è nazionale, la formazione non sempre è adeguata alle richieste, il sistema universitario non forma il personale che sarebbe necessario. Ne abbiamo già parlato con i due ministri (della Salute e del Miur; ndr), ma bisogna fare in fretta, altrimenti saremo davvero in seria difficoltà».
Sergio Chiamparino, assessore della Giunta del governatore, ha indicato un modello di sanità finalizzato ad ottimizzare sia le risorse umane che economiche a disposizione:
“La rete è l’unico modo che permette al nostro sistema di elevare e migliorare le prestazioni per il paziente”.
Il Borsalino è considerato “un fiore all’occhiello”. Un’eccellenza che in 10 anni è diventata davvero un punto di riferimento per l’intera regione e non solo. Secondo quanto riferito attraverso i dati citati dal neo direttore di dipartimento Marco Polverelli, i numeri del nosocomio sarebbero di tutto rispetto:
“Venti per coma, 47 per lesioni midollari, 105 per ictus cerebrali, 393 per riabilitazione cardiorespiratoria e 186 per problemi ortotraumatologici”.
Tali risultati sarebbero dovuti a un lavoro di équipe che ha coinvolto decine di operatori e di specialisti.
in un’epoca nella quale decine di migliaia di infermieri precari o disoccupati attraversano la penisola nella speranza di poter superare discutibili concorsi pubblici che mettono a disposizione un posto pubblico da infermiere e la speranza di poter e fare in graduatoria appare davvero strano udire parole simili a quelle dette dal direttore generale Baraldi.
Sono davvero gli infermieri a non farsi trovare o sono forse le aziende ospedaliere a non volerli assumere spremendo fino all’osso le poche risorse disponibili a danno della salute dei cittadini e dei professionisti stessi?
Simone Gussoni
Lascia un commento