“Sono sempre meno farmacisti disposti ad accettare condizioni di lavoro pesanti a fronte di stipendi che, per un neoassunto, si collocano a 1.500 euro netti al mese”. Secondo Filcams Cgil, l’aspetto economico è alla base della carenza di farmacisti nelle farmacie di comunità, che dunque non può dipendere solo dalla scarsità di queste figure sul mercato del lavoro.
In risposta alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dai vertici delle associazioni di categoria del Veneto (Ordini e Federfarma) il sindacato chiede, nell’ambito del rinnovo del Contratto collettivo nazionale, un aumento salariale di 360 euro lordi, ritenuto necessario per riconoscere il ruolo ormai centrale del farmacista nella sanità territoriale e per contrastare la perdita di attrattività della professione.
“La verità – dichiara Marquidas Moccia, segretaria generale di Filcams Cgil – è che sempre meno farmacisti sono disposti ad accettare condizioni di lavoro ogni giorno più pesanti: turni prolungati, domeniche e festività lavorative, carichi aumentati e, nonostante tutto, stipendi che, per un neo-assunto, non superano i 1.500 euro netti al mese”.
Aggiunge Moccia: “Oggi il lavoro in farmacia richiede competenze sempre più ampie, ma non solo: le richieste di nuove mansioni, come l’esecuzione di esami del sangue, di diagnostica rapida, di holter pressorio o cardiaco sono sempre più diffuse e si dà per scontato che il farmacista sia pronto e disponibile. In alcune farmacie sono persino arrivate circolari in cui si chiede ai farmacisti di firmare referti senza che sia stata messa a disposizione una garanzia formativa o legale. Una situazione inaccettabile, che sta generando crescente preoccupazione e, in molti casi, porta addirittura alle dimissioni volontarie”.
Sul tema delle retribuzioni la segretaria di Filcams Cgil è chiara: “Chiediamo un aumento salariale di 360 euro lordi. Una cifra motivata dalla perdita di potere d’acquisto, dalla trasformazione del ruolo professionale e dal confronto con gli altri rinnovi contrattuali in corso nel Paese. Federfarma concederebbe appena un terzo di quanto chiediamo, fermandosi a 120 euro: troppo al di sotto di ciò che è necessario per restituire dignità e valore a questa professione”.
E ancora: “I farmacisti non sono una specie in via di estinzione, ma sono una specie a rischio. Sono lavoratrici e lavoratori che forniscono un servizio prezioso alla collettività e che oggi sono oggetto di un eccessivo sfruttamento. È questa la ragione per cui non si trovano più farmacisti disponibili. Se il mondo delle farmacie è cambiato, devono cambiare anche gli stipendi, le tutele e il rispetto verso chi ci lavora ogni giorno”.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
- Farmacisti: “Possiamo vantare ben 31mila vaccinatori e 400mila dosi somministrate”
- Perugia, decesso per dossaggio errato di Idarubicina: condannati medici, farmacisti e infermieri
- Cosmofarma 2021, FOFI: “I farmacisti pronti e riprogettare la sanità di prossimità”
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento