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Cassazione: “Stop ai contratti decentrati nel settore sanitario”. Via all’era del merito e dell’efficienza

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In una recente pronuncia (n. 19703 del 5/07/2023), la Corte di Cassazione ha affrontato questioni cruciali riguardanti le progressioni orizzontali nel comparto sanitario, come regolate dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL). La sentenza ha sollevato interrogativi sulla validità dei contratti decentrati, ponendo l’attenzione sulla necessità di rispettare i parametri della contrattazione collettiva.

L’Ufficio di Monitoraggio contratti e legale dell’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN) ha segnalato la questione, mettendo in luce la fondamentale importanza di rispettare i criteri definiti dal CCNL.

La Corte di Cassazione ha chiarito che i contratti decentrati non possono derogare alla contrattazione collettiva e che l’introduzione di clausole in contrasto è passibile di nullità.

La decisione ribadisce l’importanza di rispettare le regole stabilite dal CCNL nel comparto sanitario, specialmente per quanto riguarda la progressione economica orizzontale. La Cassazione ha sottolineato la necessità di basare tale progressione sulla reale professionalità e impegno dei dipendenti, eliminando l’elemento formale dell’anzianità di servizio.

L’articolo 35 del CCNL è stato identificato dalla Cassazione come violato dal contratto decentrato.

Questo articolo richiede la specificità delle materie e degli ambiti di disciplina, non consentendo deroghe da precetti a contenuto generale. La pronuncia ha chiarito che l’art. 45, comma 1, del d.lgs. n. 165 del 2001, che prevede la riserva di regolamentazione collettiva nazionale per il trattamento economico, non può essere utilizzato come base per derogare alle disposizioni specifiche del CCNL.

Secondo la Cassazione, i contratti decentrati devono limitarsi a contenere solo le clausole esplicitamente delegate dai CCNL e dalla legge, evidenziando la mancanza di autonomia negoziale piena. Questo vincolo rafforza l’importanza di rispettare la gerarchia normativa e di aderire scrupolosamente alle disposizioni contrattuali stabilite a livello nazionale.

In conclusione, la pronuncia della Cassazione rappresenta un chiarimento significativo sulla legittimità della progressione economica orizzontale nel comparto sanitario. Il rispetto dei principi stabiliti dal CCNL è cruciale per garantire giustizia e coerenza nelle dinamiche di progressione professionale, promuovendo al contempo una cultura del merito e dell’efficienza nei luoghi di lavoro del settore sanitario.

Redazione NurseTimes

Allegato

Sentenza Cassazione

Segnalazione Aran

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