Sono in stato di “dormienza” o “quiescenza” e hanno un maggior potenziale cancerogeno.
L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) rende noto che un suo team di ricercatori, coordinato dalla dottoressa Ann Zeuner (Dipartimento di Oncologia e medicina molecolare) ha condotto uno studio che contribuirà alla comprensione dei meccanismi di resistenza alle terapie antitumorali. Tale studio, reso possibile grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, descrive la scoperta nei tumori del colon di una piccola popolazione di cellule in stato di “dormienza” o “quiescenza”.
Diversamente dalla maggioranza delle cellule tumorali, le cellule quiescenti non si moltiplicano attivamente, ma sono caratterizzate da un maggiore potenziale cancerogeno (o staminalità tumorale) e di un’aumentata resistenza alle terapie. La scoperta aggiunge un importante tassello alle conoscenze sulla chemioresistenza e sulle cellule staminali tumorali, che rappresentano un bersaglio cruciale nella lotta ai tumori. “Questo studio – sottolinea il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro – mostra come la tutela e la promozione della salute per un Istituto come il nostro debba necessariamente passare anche attraverso l’inscindibile legame tra la ricerca e i programmi di sanità pubblica”.
“Le cellule tumorali quiescenti si possono paragonare ai semi delle piante, in quanto possono rimanere inattive a lungo e resistere a condizioni ambientali avverse per poi risvegliarsi e rigenerare un tumore a distanza di molti anni – dice la coordinatrice Ann Zeuner –. Per questo è molto importante studiarle e capire i loro punti deboli, in modo da eliminarle mentre si trovano nello stato dormiente o almeno impedire loro di risvegliarsi”.
Identificare le cellule dormienti e i loro meccanismi di sopravvivenza è un passo importante per sviluppare terapie più efficaci per il tumore del colon-retto, che colpisce circa 50mila italiani ogni anno (un uomo su 13 e una donna su 21, dati AIRTUM) e rappresenta uno dei big killer, insieme ai tumori del polmone e della mammella. L’Iss lavora da oltre dieci anni sulle cellule staminali tumorali. Allo studio della dottoressa Zeuner hanno contribuito le ricercatrici Federica Francescangeli, Maria Laura De Angelis e Marta Baiocchi, e i collaboratori Vito D’Andrea, Filippo La Torre (Università La Sapienza) e Ruggero De Maria (Università Cattolica del Sacro Cuore).
Redazione Nurse Times
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