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Bozza del Codice deontologico infermieristico: riflessioni e proposte di revisione di Emiliano BOI

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Bozza del Codice deontologico infermieristico: riflessioni e proposte di revisione di Emiliano BOI
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Introduzione di Papagni Giuseppe

Riceviamo e pubblichiamo le proposte di revisione alla nuova bozza del codice deontologico di Emiliano BOI. Ricordiamo a tutti gli iscritti ipasvi che la consultazione pubblica durerà fino al 31 maggio e chiunque potrà proporre le proprie osservazioni accedendo al portale istituzionale della Federazione Nazionale (www.ipasvi.it) nella specifica sezione “Comunica online con il tuo Collegio”. Per praticità è riportato di seguito il link diretto per la registrazione/accesso: https://albo.ipasvi.it/intranet/.

…di Boi Emiliano

Per noi che prestiamo assistenza infermieristica, la nostra Assistenza infermieristica, se non contribuiremo a far progredire ogni anno, ogni mese, ogni giorno, contribuiremo a far regredire”

con questa frase del 1872 Florence Nigthingale espresse uno dei concetti fondamentali e rivoluzionari dell’infermieristica moderna e cioè che il progresso della professione non può essere considerato come un qualcosa di astratto che piove dall’alto, ma è sempre il frutto di dedizione ed impegno, prerogative che se non vengono perseguite in maniera costante, o addirittura vengono disattese, non possono che essere la causa principale del regresso.

Ed è proprio la preoccupazione per il “regressione professionale” che mi porta a voler commentare pubblicamente la bozza del Codice deontologico dell’infermiere proposta dalla Federazione Nazionale Collegi Ipasvi, finanche a stravolgerla nella forma e nei contenuti, nell’assoluta convinzione che l’assistenza che ogni giorno ognuno di noi garantisce ad un malato –  quella a cui si riferiva Florence Nightingale nel 1872, per intenderci -, è importante quanto il dovere del dissenso per il mancato riconoscimento della nostra professione.

Sappiamo tutti che il codice deontologico dell’infermiere ha quale compito principale quello di stabilire  le norme di comportamento che il professionista è tenuto ad osservare in via generale, ma deve delineare e dettagliare, altresì, le competenze a lui attribuite nonché le regole che devono essere seguite nei rapporti con la persona assistita, la famiglia, la collettività, i colleghi e le restanti professioni sanitarie ed ausiliarie, e quando questo non  accade ci troviamo, indubbiamente, di fronte ad un codice deontologico quantomeno carente e “non integrato nel suo tempo”.

Che la deontologia infermieristica debba concorrere alla determinazione del campo proprio di attività e di responsabilità dell’infermiere è un concetto che, nel nostro ordinamento giuridico,  è stato statuito sin dall’abolizione del mansionario (Legge 26 febbraio 1999, n. 42),  ma che, purtroppo, ancora oggi è rimasto  lettera morta.

Di fronte agli sviluppi della professione infermieristica italiana ed alla progressiva offerta di competenze che gli infermieri stanno iniziando a diversificare per rispondere ai mutati bisogni della popolazione, credo che qualche riflessione si possa e si debba fare pubblicamente, nell’assoluta convinzione che qualsiasi contributo, volto alla delineazione della deontologia di una professione sanitaria ed intellettuale, come quella infermieristica, possa rappresentare un’importante occasione per alimentare una riflessione comune sull’identità della professione stessa, al fine di unificarla, potenziarla e promuoverla.

Uno dei rischi concreti che derivano da una eccessiva impronta filosofica e moralistica in campo deontologico, specie quando è impressa, non nei confronti di una professione umanistica, bensì, nei confronti di una professione scientifica, come quella infermieristica, è che i contenuti e la terminologia utilizzati per descriverne i “valori” o le “intime convinzioni” del professionista, pur esaltando le generiche fondamenta etiche, con mirabolanti acrobazie teoriche, non riescano a rafforzare efficacemente nemmeno i contenutiti stabiliti dall’ordinamento giuridico in tema di esercizio professionale.

Personalmente ritengo che l’involuzione professionale, di cui parlava Florence Nightingale nel 1872, sia parente del “demansionamento istituzionalizzato” e per tale ragione ho deciso di inviarvi il mio commento alla bozza del Codice deontologico in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere, con l’auspicio che possa essere  uno stimolo  alla riflessione.

 

Boi Emiliano

 

Allegato

Riflessioni e proposte di revisione agli articoli della bozza del nuovo Codice Deontologico

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