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Batterio Killer, Società Italiana di Neonatologia: “le procedure di sicurezza a volte purtroppo non bastano”

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Batterio Killer, Società Italiana di Neonatologia: "le procedure di sicurezza a volte purtroppo non bastano"
Immagine da pixabay
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Verona – Quattro neonati sono morti a causa del Citrobacter. Il batterio killer era stato trovato all’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento e Verona. La sua presenza è stata individuata sui rompigetto di alcuni rubinetti nella terapia intensiva neonatale e in quella pediatrica e sulle superfici interne ed esterne dei biberon utilizzati da due neonati risultati positivi.

“La Società Italiana di Neonatologia (SIN) è molto vicina alle famiglie dei piccoli nati prematuri deceduti a seguito dell’infezione da Citrobacter contratta presso l’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona e dai genitori degli altri neonati colpiti da questo batterio killer. Il pensiero va anche a tutto il personale sanitario coinvolto che quotidianamente, con costante impegno, professionalità e dedizione si occupa delle cure di questi piccoli neonati, considerati come figli” afferma il presidente della Società Italiana di Neonatologia, Fabio Mosca su insalutenews.it.

La SIN spiega che le 115 Terapie Intensive Neonatali (TIN) presenti in Italia dispongono di attrezzature all’avanguardia ed offrono elevati standard di sicurezza.

“Un neonato prematuro è estremamente vulnerabile e purtroppo esposto all’attacco di germi, apparentemente innocui, ma che nel suo caso possono causare gravissimi problemi. Procedure standard, volte a garantire la massima sicurezza nelle cure, come ad esempio il lavaggio delle mani o l’attenzione nella gestione dei cateteri, sono applicate con scrupolo nei reparti e sono state ulteriormente rafforzate per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19. La SIN ha ad esempio diffuso nei mesi scorsi un protocollo per il corretto utilizzo dei telefoni cellulari in TIN, rivolto sia ai genitori che agli operatori. Ma tali procedure a volte purtroppo non bastano”, ha detto Mosca.

Intanto, arrivano anche le immagini controverse registrate da Francesca Frezza, madre della piccola Nina. La donna avrebbe documentato col telefonino le gravi carenze ravvisate nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Borgo Trento.

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