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Batteri resistenti, mortalità dimezzata con nuovi antibiotici e nuove strategie terapeutiche

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Antibiotici alleati dei batteri: possono aiutarli a sopravvivere di più
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Sono pronte nuove terapie contro i germi resistenti. Recenti studi attestano che i nuovi antibiotici potranno dimezzare la mortalità di questi batteri, mentre terapia fagica e anticorpi monoclonali si candidano a diventare importanti alternative.

Questi spunti sono emersi nel Simposio Internazionale “Top 5 in Infectious Diseases”, organizzato a Venezia da Nadirex International con il patrocinio della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, del Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica e della Società Italiana di Terapia Antinfettiva. Presentato anche l’Intergruppo parlamentare per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive e delle malattie tropicali.

ANTIBIOTICI E FAGI, I VIRUS CHE DISTRUGGONO BATTERI

I nuovi antibiotici beta-lattamici recentemente introdotti sul mercato sono capaci di dimezzare la mortalità delle infezioni gravi da Klebsiella multi-resistente e da altre specie batteriche se confrontati alla colistina e alle molecole più datate. I nuovi antibiotici rappresentano quindi la principale area di ricerca contro i microrganismi resistenti.

Esistono tuttavia anche delle strategia alternative. Tra queste, un segnale importante è giunto a dicembre 2023, quando l’EMA ha per la prima volta elaborato un documento su come sviluppare e produrre i fagi, virus in grado di infettare e distruggere i batteri, aprendo quindi le porte a nuovi progetti di ricerca che possibilmente in tempi possano portare ad evidenze cliniche robuste.

“Il documento di EMA propone una linea guida scientifica per lo sviluppo e la produzione di  batteriofagi destinati alla terapia delle infezioni da batteri multiresistenti agli antibiotici – spiega il professor Marco Falcone, consigliere SIMIT e presidente del Simposio –. Finora non esisteva una guida regolatoria di questo tipo. Assistiamo a un drastico aumento di batteri resistenti agli antibiotici, che causano malattie potenzialmente mortali come polmoniti, infezioni del tratto urinario, del flusso sanguigno, delle ferite, infezioni in pazienti con fibrosi cistica o sottoposti a trapianto e correlate a protesi e a dispositivi medici”.

E ancora: “I batteriofagi rappresentano una promettente alternativa agli antibiotici per il trattamento su misura di infezioni che non rispondono alle opzioni di trattamento convenzionali. Ad oggi i fagi possono essere impiegati solo per uso compassionevole; tuttavia, in alcuni casi, a causa della resistenza dei germi o per l’intolleranza del paziente a determinati trattamenti, questa terapia può costituire l’unica alternativa e può salvare la vita”.

ANTICORPI MONOCLONALI, L’ASSE SIENA-PISA CONTRO I BATTERI MDR

Un’altra soluzione contro i batteri Multi Drug Resistant giunge dalla ricerca sviluppata in collaborazione tra i centri di Siena e Pisa. I due gruppi, guidati rispettivamente dal professor Rino Rappuoli e dal professor Marco Falcone, stanno sviluppando un anticorpo monoclonale contro la Klebsiella pneumoniae NDM – New Delhi metallo-beta-lactamase (un enzima che rende i batteri resistenti ad un ampio spettro di antibiotici beta-lattamici, inclusi anche quelli della famiglia dei carbapenemi, già punto fermo per il trattamento di altri batteri resistenti).

“Partendo dagli anticorpi umani, sono stati identificati degli anticorpi monoclonali capaci di inibire lo sviluppo del germe multiresistente nel modello animale – evidenzia Falcone –. La maggior parte dei pazienti che in ospedale vengono colpiti da Klebsiealla Pneumoniae è colonizzata proprio nell’intestino, quindi la terapia con i monoclonali potrebbe impedire che un paziente colonizzato sviluppi una infezione grave. A Venezia è stato presentato lo studio sperimentale, i cui risultati inducono a nutrire fiducia per questa soluzione, che potrebbe rappresentare una risorsa rivoluzionaria”.

“Ogni anno muoiono cinque milioni di persone nel mondo per batteri resistenti agli antibiotici – sottolinea Rappuoli, direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena -. È un problema di ampia portata, tanto da essere al centro delle agende di ONU, G20, G7, oltre che una priorità della sanità nazionale e internazionale. Oltre agli antibiotici, oggi disponiamo di nuovi strumenti, quali vaccini, anticorpi monoclonali, fagi e il cosiddetto metodo “CRISPR Cas” che ci aiuteranno ad affrontare queste sfide”.

MONOCLONALI CONTRO L’HIV E ALTRE TERAPIE

A Venezia sono state presentate anche le strategie terapeutiche innovative contro altre malattie infettive. Per l’Hiv, se negli ultimi anni i trattamenti antiretrovirali hanno reso l’infezione cronica e la qualità di vita dei pazienti sovrapponibile a quella della popolazione generale, gli anticorpi monoclonali potranno rivelarsi determinanti per un approccio più efficace: se un vaccino resta molto difficile da sviluppare, questa alternativa si sta concretizzando per inibire il virus o per prevenire l’infezione. Si tratta molecole da impiegare sole o insieme alla terapia antiretrovirale, per trattare i soggetti resistenti alle altre terapie o per prevenire l’infezione in soggetti a rischio.

Redazione Nurse Times

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