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Australia, legge impedisce uso dei social sotto i 16 anni. Scerra (M5S): “Rischi gravi da abuso di smartphone”

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Il cellulare si è ormai ritagliato un ruolo integrante nella vita quotidiana, anche per i ragazzi, e offre opportunità di apprendimento, intrattenimento e connessione con gli altri. Tuttavia un uso distorto o eccessivo dello smartphone può comportare rischi significativi. Tra questi, la perdita della privacy, il cyberbullismo, la dipendenza digitale e l’esposizione a contenuti inappropriati, che possono avere un impatto negativo sullo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo dei più giovani.

L’abuso dello smartphone può inoltre incidere negativamente sulla qualità del sonno, favorire l’isolamento e limitare le interazioni reali con famigliari e amici. Anche la sovraesposizione ai social media può contribuire a problemi di autostima, generando ansie legate all’apparenza o alla ricerca di approvazione virtuale.

Per questo motivo è fondamentale che i genitori, gli educatori e la società nel suo insieme accompagnino i minori verso un uso consapevole della tecnologia. Creare regole chiare sull’utilizzo, favorire momenti di disconnessione e proporre attività alternative allo smartphone, come la lettura o lo sport, può aiutare i ragazzi a sviluppare un equilibrio sano tra mondo digitale e realtà. È inoltre importante che le giovani generazioni vengano educate al senso critico, affinché possano riconoscere e gestire i potenziali pericoli in cui possono incorrere navigando nel web.

Di questo e altro si è parlato oggi nel corso del convegno ospitato alla Sala Matteotti della Camera dei deputati dal titolo “Smartphone e minori: rischi e prospettive”, incentrato proprio sull’uso e sull’abuso dei dispositivi elettronici da parte dei più piccoli.

“Il confronto di oggi fra politica, scienza e società civile sul tema della limitazione dell’uso degli smartphone per i minori è stato un momento prezioso – ha affermato il questore della Camera, Filippo Scerra, che ha organizzato l’incontro -. Da qui ripartiamo con maggiore consapevolezza per arrivare a dare risposte concrete alle famiglie e ai nostri bambini. È un tema urgente: lo dimostra il fatto che proprio in queste ore in Australia è stata approvata una legge che impedisce l’uso dei social sotto i 16 anni. Guardiamo a quello che succede con interesse e costruiamo un nostro modello italiano a tutela dei più piccoli”.

E ancora: “A maggio ho presentato la mia proposta di legge che pone un divieto di utilizzo dei dispositivi digitali per i minori fino a 3 anni e ne chiede una regolamentazione e limitazione per i minori da 3 a 12. Adesso spero che il suo iter possa procedere spedito sempre con un approccio costruttivo e di confronto con le altre forze politiche”.

Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatra preventiva e sociale (Sipps), ha spiegato: “La tematica è assolutamente importante. E dobbiamo affrontarla sotto il profilo della prevenzione”.

“Il problema – ha sottolineato il direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, Daniele Novara – è quello dell’età, non quello della tecnologia. Come non facciamo guidare l’auto ai bambini, allo stesso modo la società deve tutelare le persone più deboli con apposite norme”.

“La prevenzione e la sensibilizzazione davanti a un’emergenza sanitaria globale che riguarda infanzia e adolescenza sono decisive – ha evidenziato Donatella Fiore, psichiatra supervisore della Società italiana terapia comportamentale cognitiva -. Oggi fra il 10% e il 20% dei più piccoli hanno problemi di salute mentale”.

“Oggi – le parole del presidente dell’Associazione italiana sociologia, Stefano Tomelleri – si utilizza lo smartphone come mediatore di riconoscimento sociale. Gli effetti sono quelli di minor benessere, minori prestazioni scolastiche e accademiche. Oltretutto un uso precoce degli smartphone non impatta neanche positivamente sulle competenze digitali”.

Secondo Claudia Di Pasquale, presidente dell’Associazione italiana genitori (Age), “serve rendere chiari i rischi dell’uso dei dispositivi. Oltre a prevedere un divieto serve una comunicazione chiara e diffusa”.

Al convegno “Smartphone e minori: rischi e prospettive” sono intervenuti anche i parlamentari Simona Malpezzi (Pd), Lavinia Mennuni (FdI), Andrea Quartini (M5S) e il deputato regionale siciliano Carlo Gilistro (M5S).

Redazione Nurse Times

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