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Arezzo, infermiere aggredito ritira querela dopo aver ricevuto scuse formali e risarcimento

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Aggredito durante un intervento di soccorso, un infermiere in servizio alla Centrale operativa del 118 di Arezzo sporse querela, ma a pochi mesi dalla sentenza ha deciso di ritirarla, avendo ricevuto una lettera di scuse dall’aggressore, che lo ha pure risarcito.

La vicenda risale al maggio del 2023, quando l’infermiere Bruno Bruschi fu inviato a Civitella in Val di Chiana (Arezzo) per soccorrere un uomo che aveva richiesto l’intervento del 118. All’arrivo dell’ambulanza, però, il paziente diede in escandescenze e sferrò un pugno al sanitario, tirandogli anche addosso una bottiglia d’acqua e una scarpa. Ma non basta. Trasportato in pronto soccorso, con l’ambulanza scortata dai carabinieri, durante il tragitto continuò a insultare il personale, salvo poi presentare delle scuse.

Bruschi fu refertato con cinque giorni di prognosi. Inizialmente il caso fu archiviato per la particolare tenuità del fatto, ma l’infermiere si oppose alla decisione e riuscì a portare la vicenda in tribunale. La sentenza era prevista per il prossimo gennaio, ma nei giorni scorsi l’aggressore, tramitre il proprio legale, ha depositato agli atti una lettera di scuse formali, nella quale ha riconosciuto la gravità del gesto compiuto. Inoltre ha risarcito all’infermiere le spese sostenute e il danno cagionato. A quel punto Bruschi ha ritirato la querela, rinunciando a ogni rivalsa in sede penale, anche se il processo andrà avanti perchè il reato è procedibile d’ufficio.

“Ha inviato una lettera di scuse, che è stata messa agli atti – conferma l’infermiere -. Diceva di aver sbagliato ad aggredire chi andava a soccorrerlo e chiedeva clemenza, spiegando di essere pensionato e di aver vissuto anni di prostrazione dopo l’episodio. La mia volontà non è mai stata quella di fare male a una persona, ma di fargli capire quanto avesse sbagliato. Volevo che comprendesse la gravità dell’aggressione”.

Bruschi ha inoltre deciso di devolvere una parte del risarcimento a un’associazione del territorio che si occupa di riabilitazione in acqua per ragazzi: “Mi sembrava giusto. È un’associazione che anche noi del 118 abbiamo sostenuto più volte”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Giovanni Grasso, presidente di Opi Arezzo: “La lettera di scuse indirizzata all’infermiere Bruno Bruschi rappresenta un segnale importante e deve essere un ulteriore tassello per il rafforzamento di una cultura di rispetto per gli operatori sanitari”. E sul ritiro della querela: “E’ la dimostrazione che la decisione di opporsi all’archiviazione del caso, sulla quale come Ordine siamo stati al fianco di Bruno Bruschi, non rappresentava una volontà di accanimento, ma la necessità di ribadire con forza il principio che certi comportamenti nei confronti dei soccorritori e degli operatori sanitari non sono ammissibili”.

Redazione Nurse Times

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