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Aosta, gatta sottoposta a TAC in ospedale pubblico: quattro indagati tra medici e tecnici

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Il primario Massimiliano Natrella e altri tre sanitari sotto inchiesta: abuso di potere, truffa allo Stato e interruzione di pubblico servizio al centro di un caso che getta ombre sul reparto di Radiologia.

Aosta – Far gravare il peso pubblico delle attrezzature ospedaliere su un privilegio privato: è l’accusa più grave che pende sul primario di Radiologia dell’ospedale Parini, Massimiliano Natrella, indagato per truffa allo Stato in concorso con il radiologo interventista e proprietario della gatta Athena, Gianluca Fanelli. Con loro sono coinvolte due tecniche di radiologia, Giulia Sammaritani e Denise Barone, ipotizzate per reati che vanno dall’abuso di professione all’interruzione di pubblico servizio.

Un primario sotto accusa per timbrature “fantasma”

Secondo l’inchiesta della Procura di Aosta, Natrella avrebbe consentito o addirittura orchestrato timbrature non correlate a prestazioni reali, rendendo possibile l’uso improprio delle tre TAC di reparto oltre l’orario di servizio (dopo le 20:00 del 27 gennaio) senza alcuna copertura legittima. Il sospetto è che il primario, anziché vigilare sul corretto funzionamento del servizio, abbia agevolato un’operazione esclusivamente privata, configurando una vera e propria truffa allo Stato.

Abuso di risorse pubbliche e interruzione del servizio

Le apparecchiature diagnostiche, infatti, sono state sottratte all’uso pubblico, con conseguente interruzione delle possibili emergenze per pazienti. Le tecniche Sammaritani e Barone sono indagate per aver eseguito prestazioni al di fuori delle loro competenze e senza regolare autorizzazione, compiendo un atto che ha interrotto il normale servizio sanitario a danno di cittadini in reale bisogno.

La difesa del medico e la posizione critica verso il primario

Fanelli, radiologo interventista non in servizio al momento, si difende sostenendo di aver agito per “salvare una vita” e di aver trovato le TAC libere da impegni urgenti. Ma il suo racconto solleva ancor più interrogativi sulla vigilanza del primario Natrella, il cui ruolo avrebbe dovuto garantire il controllo sulle timbrature e la regolarità d’uso delle macchine diagnostiche. L’atteggiamento di complicità o negligenza del primario risulta particolarmente grave alla luce delle funzioni di coordinamento e supervisione insite nella sua carica.

Conseguenze e riflessioni sulla gestione del reparto

Il caso, che ha già infiammato l’opinione pubblica e sollevato proteste da parte di associazioni di pazienti, impone una profonda riflessione sulla trasparenza e l’etica nella gestione delle risorse sanitarie. L’Azienda USL e l’Ordine dei Medici sono chiamati ora a chiarire se il primario abbia coperto o promosso l’uso illecito degli apparecchi e, soprattutto, a valutare sanzioni adeguate.

Redazione NurseTimes

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