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Analisi del Piano Nazionale Esiti: le disparità geografiche nella sanità italiana

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Un’analisi del Piano Nazionale Esiti svela le incredibili differenze territoriali nella gestione della salute in Italia. Dall’aderenza alle terapie alle ospedalizzazioni evitabili, sembra che la geografia influenzi persino il modo in cui il nostro cuore decide di comportarsi

La salute in Italia è fortemente influenzata dalla gestione territoriale del sistema sanitario. Il Piano Nazionale Esiti (PNE), strumento gestito da AGENAS, offre uno sguardo dettagliato sulle performance delle Aziende Sanitarie, evidenziando variazioni significative nelle prestazioni degli ospedali su scala nazionale.

Ospedalizzazioni evitabili: la sfida dell’assistenza territoriale

Un elemento chiave nell’analisi del PNE sono le ospedalizzazioni evitabili, indicatori cruciali dell’efficacia dell’assistenza territoriale. L’idea è semplice: una gestione territoriale efficace, attraverso attività ambulatoriali e iniziative di prevenzione, dovrebbe ridurre la necessità di ricorrere a ospedalizzazioni. Tuttavia, le sfide emergono in modo complesso, influenzate anche da fattori come la “compliance” del paziente alla terapia, che varia in base a fattori personali come il livello di istruzione e la presenza di condizioni come la depressione.

Scompenso cardiaco e ipertensione: disparità geografiche sorprendenti

Lo studio del PNE evidenzia disparità geografiche significative, soprattutto per patologie ad alto impatto come lo scompenso cardiaco. Mentre il tasso di ospedalizzazione per scompenso cardiaco si è mantenuto stabile a livello nazionale, le differenze territoriali sono notevoli, con valori che variano da 4,13 a 0,93 ospedalizzazioni per mille abitanti. Allo stesso modo, l’ipertensione, se non controllata, può portare a ospedalizzazioni, con tassi che differiscono notevolmente tra le regioni.

Aderenza alle terapie: un quadro complesso

Il rapporto OSMED 2022 di AIFA (Vedi) fornisce dati preziosi sull’aderenza alle terapie antipertensive e per lo scompenso cardiaco. La bassa aderenza tende ad aumentare con l’età e presenta variazioni significative tra le regioni, con l’adesione più bassa nei soggetti anziani residenti nel Sud Italia.

Gestione dell’infarto: oltre le ospedalizzazioni

Nonostante bassi tassi di ospedalizzazione per alcune patologie, come lo scompenso o l’ipertensione, non sempre si traducono in una migliore presa in carico. L’analisi della gestione dell’infarto miocardico acuto, considerando il volume di ricoveri, la mortalità a un anno e la tempestività dell’accesso all’angioplastica coronarica, rivela notevoli differenze territoriali, sfidando l’idea di un gradiente nord-sud.

Tendenze positive nel complesso

Nonostante le disparità, c’è una luce positiva: nel complesso, le performance sanitarie in Italia stanno migliorando. Il lieve aumento dei ricoveri per infarto miocardico acuto è accompagnato da un calo della mortalità a 30 giorni. Tuttavia, la sfida rimane nell’eliminare le differenze territoriali e garantire una presa in carico omogenea su tutto il territorio nazionale.

Il PNE offre uno sguardo approfondito sulla complessità del sistema sanitario italiano, sottolineando la necessità di affrontare le disparità geografiche per garantire un accesso equo e una gestione efficace delle patologie.

Tutti i dati sono visibili cliccando su questo link

Redazione NurseTimes

Fonte: https://pne.agenas.it

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