Sono oltre 400, in Alto Adige, i medici e gli infermieri senza patentino bilingue (italiano-tedesco). Il rischio, per loro, è quello di non vedersi rinnovare i contratti a tempo determinato oltre i tre anni. Un rischio concreto, visto che i primi avvisi sono stati già spediti.
“Sono persone e professionisti preziosi, ma chi non vuol studiare il tedesco perchè non ha voglia, non può restare dentro l’Asl – dice Irene Pechlaner (foto), commissario straordinario dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige -. Chi invece si sta impegnando con corsi, lezioni e va anche all’estero (noi lo permettiamo), sarà stabilizzato. Il tutto entro i limiti di legge. Credo sia interesse anche dei sindacati rispettare il bilinguismo. La maggior parte di loro sta studiando e parecchi sono arrivati a un buon livello per sostenere l’esame. Chi non fa nulla, però, non può restare”.
Sempre il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige: “Devo garantire alla popolazione il diritto alla salute sancito dalla Costituzione e consentire a ogni paziente, come stabilisce lo Statuto, di esprimersi nella propria madre lingua. Va da sè che i nostri professionisti devono sapere italiano e tedesco. Ma siccome come in tutto il resto d’Europa mancano medici e infermieri, abbiamo assunto provvisoriamente, senza patentino, più di 400 operatori. Per i primi tre anni possiamo sottoscrivere contratti a tempo determinato, questione permessa in tutta Italia e anche in tutta Europa. Se però vogliamo tenerli, senza bilinguismo, possiamo sì prorogare il contratto altri due anni, ma dobbiamo essere certi che vogliano imparare il tedesco. C’è infatti chi ha deciso fin dall’inizio di restare qui cinque anni senza patentino, per poi andare tornare a casa o andare a lavorare nel privato”.
Conclude il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige: “Esamineremo attentamente ogni singolo caso, perché ci sono per esempio medici che nei primi tre anni hanno frequentato corsi di seconda lingua e magari hanno conseguito anche il livello B2, dimostrando di voler rimanere in Alto Adige. Questi professionisti saranno aiutati in tutti i modi a restare. Faremo il possibile per stabilizzarli entro i limiti di legge. Ma se ci rendiamo conto che in tre anni di contratto provvisorio un medico o un infermiere non ha frequentato alcun corso, dimostrando di non voler acquisire i titoli per rimanere, allora l’Asl non ha alcun interesse a prolungare il contratto, e dopo tre anni queste persone dovranno tornare da dove sono venute. Hanno dato comunque un grande contributo. La maggior parte di loro è stata con noi durante il Covid e ci ha aiutato a superare la pandemia, e questo va riconosciuto. Una lingua in più non è un limite, ma un’opportunità. E in tre anni più due, se vuoi, ce la puoi fare”.
Redazione Nurse Times
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