L’Ait è una terapia in grado di cambiare lo sviluppo naturale della malattia, agendo sulle cause, oltre che sui sintomi.
Arriva l’autunno e si torna a vivere negli ambienti chiusi, dove il ridotto ricambio dell’aria crea le condizioni ideali per la proliferazione degli acari. L’allergia agli acari della polvere è una delle forme allergiche più frequenti e, per di più̀, ha le caratteristiche di una condizione non limitata a una determinata stagione, come accade per le allergie ai pollini. La campagna di informazione “SOS Acari”, patrocinata da Respiriamo Insieme, nasce per diffondere una corretta e completa informazione su questo tipo di allergia e per promuovere e sostenere la diffusione dell’efficacia dell’immunoterapia allergene specifica (Ait) come terapia in grado di cambiare lo sviluppo naturale della malattia.
“Il problema acari della polvere riguarda una persona allergica su tre ed è in costante aumento – dichiara il dottor Samuele Burastero, ricercatore allergologo dell’ospedale San Raffaele di Milano –. Secondo alcune stime è responsabile di circa il 20% di tutte le allergie respiratorie in Europa, con un impatto negativo sulla qualità della vita. Gli acari della polvere, a differenza dei pollini, che causano sintomi con stagionalità̀ definite in base alle fioriture delle piante, sono in grado di scatenare una reazione allergica in tutti i periodi dell’anno, perché́ si annidano nelle nostre case e in generale in tutti gli ambienti chiusi”.
Prosegue Burastero: “I soggetti che sviluppano maggiormente questa allergia sono i bambini, poiché proprio durante le prime fasi della vita è più elevata la probabilità di esporsi, nelle abitazioni, ad elevate dose dell’allergene. Un alto rischio di sviluppare tale disturbo si riscontra anche nella fascia di età compresa tra la pubertà e l’adolescenza (tra i 10 e i 15 anni) in concomitanza con la frequentazione di luoghi affollati e spesso polverosi come scuole, palestre e spogliatoi”.
E ancora: “A livello respiratorio, la sensibilizzazione agli acari è spesso responsabile sia di asma allergico che di rinite allergica. La rinite allergica, inoltre, è spesso associata ad altre patologie quali, oltre all’asma, congiuntivite, rinosinusite, poliposi nasale, infezioni del tratto respiratorio inferiore, ipertrofia delle adenoidi, otite. Questi problemi, a loro volta, sono spesso responsabili di disturbi del sonno che hanno un impatto molto negativo sulla qualità della vita. Un altro aspetto rilevante riguarda il fatto che rinite e asma sono patologie molto ‘vicine’, e spesso la presenza di rinite allergica costituisce un’importante spia di allarme per il successivo sviluppo di asma”.
Aggiunge Burastero: “Spesso si banalizza, quando si parla di allergie respiratorie, anche per il fatto che sono molto comuni. Tuttavia una persona allergica agli acari della polvere può soffrire di una varietà problemi, eterogenei e anche gravi. I pazienti allergici sono spesso costretti a prendere molti farmaci, detti sintomatici appunto perché agiscono sui sintomi, ma non contribuiscono in alcun modo a risolvere il problema di fondo”.
L’immunoterapia allergene specifica (Ait), ad oggi, è l’unico trattamento in grado di agire sulle cause dell’allergia e non solo sui sintomi, e rappresenta un’importante opzione terapeutica per i pazienti. “L’immunoterapia allergene specifica – chiarisce Burastero – rappresenta a tutti gli effetti una terapia di completamento alla terapia antinfiammatoria di base dell’asma. Il suo meccanismo d’azione è basato sullo ‘spegnimento’ dell’infiammazione, che si genera nelle vie aeree degli allergici quando respirano l’allergene. L’Ait ha come obiettivo, scientificamente dimostrato per mezzo di studi clinici ampi e controllati, quello di migliorare la qualità̀ della vita del paziente, riducendo progressivamente i sintomi e l’uso di farmaci a base di cortisone”.
Redazione Nurse Times
- Aumenti da oltre 7.000 euro per ministri e sottosegretari: e gli stipendi di infermieri, oss e operatori sanitari?
- Concorso per 640 infermieri in Veneto
- Concorso OSS in Campania: 1274 posti Disponibili! Al via le domande
- Amiloidosi cardiaca: atteso nel 2026 nuovo farmaco che spegne il gene chiave della malattia
- Specializzazioni sanitarie: arrivano le borse di studio, ma gli infermieri restano esclusi
Lascia un commento