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Ecco come l’alcol aumenta il rischio di tumore al seno

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Ci sarebbe un collegamento diretto tra alcol, estrogeni e un gene chiave che promuove lo sviluppo del tumore al seno. È stato svelato da uno studio dell’Università di Houston, in Texas.

I ricercatori dell’Università di Houston, in Texas, hanno recentemente pubblicato su PloS One uno studio dove affermano che l’alcol avrebbe il potere di potenziare l’azione degli estrogeni che, nella maggior parte dei casi di carcinoma della mammella, guidano lo sviluppo delle cellule tumorali. Altresì, secondo la ricerca, consumare bevande alcoliche renderebbe meno efficace il tamoxifene, ovvero quel farmaco utilizzato proprio in questi tumori per bloccare gli ormoni femminili.

Come si sa oramai da tempo, il consumo di alcolici è un fattore di rischio per diversi tumori, compreso quello al seno. Si stima infatti che migliaia di casi di questa neoplasia e delle sue recidive, siano da attribuire anche al consumo di alcolici. E questo sia in USA, sia in Europa. Se però il meccanismo d’azione era abbastanza chiaro per quanto riguarda i tumori dello stomaco, dell’intestino e del fegato, per il carcinoma della mammella ad oggi non era ancora stato identificato un collegamento convincente. Questa ricerca, però, sembra offrire finalmente una possibile spiegazione, grazie all’individuazione di un gene (chiamato “BRAF”) associato alla malattia e che viene attivato proprio dall’alcol.

Lo studio, secondo gli autori, è molto importante per approntare delle strategie di prevenzione primaria, ma non solo: conoscere che il consumo di alcolici può influenzare il modo in cui agiscono gli ormoni, infatti, può essere utile alle molte donne in menopausa che assumono la terapia ormonale sostitutiva e sarà fondamentale per quelle attualmente in cura con gli inibitori degli estrogeni.

Così spiega Chin-Yo Lin, biologo e primo autore della ricerca: “Speriamo che questo studio e quelli futuri forniscano sempre più informazioni per motivare e promuovere scelte consapevoli, e nuovi target per terapie innovative”.

Alessio Biondino

Fonte: PloS One, La Repubblica

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