Con l’arrivo di settembre si dice formalmente addio al superticket. La quota fissa che i pazienti pagano su ogni ricetta per prestazioni diagnostiche e specialistiche è già un ricordo.
L’abolizione del superticket vale per tutti i redditi e permette quindi di eliminare la quota di 10 euro aggiuntiva (che varia a seconda delle Regioni) che viene pagata sulle prestazioni specialistiche. Il superticket ha rappresentato un’entrata per le casse statali che nel 2016 ha raggiunto quota 414 milioni di euro circa, secondo gli ultimi dati della Corte dei conti.
Addio al superticket, era “una tassa sulla salute”
L’abolizione di quella che è stata chiamata dal ministro della Salute Roberto Speranza “una tassa sulla salute” è una vittoria per l’attuale governo.
“Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1° settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più” è stata la dichiarazione, su Facebook, di Speranza.
Fonti: Il Sole 24 Ore (Nicola Barone), Fanpage.it
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