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Sotto accusa la carne rossa. Facciamo chiarezza

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Sotto accusa la carne rossa. Facciamo chiarezza
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E’ ufficiale! Secondo uno studio pubblicato su Lancet Oncology e anticipato nei giorni scorsi dal Daily mail, il consumo di salumi, insaccati e ogni genere di carne lavorata può causare il cancro e probabilmente anche mangiare carne rossa: l’allarme arriva dall’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, parte dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità. Il rapporto dell’Iarc, redatto sulla base di oltre 800 studi precedenti sul legame tra una dieta che comprenda le proteine animali e il cancro, conferma dunque le attuali raccomandazioni “a limitare il consumo di carne”.

Secondo uno studio Aiom il 9% degli italiani nel 2010 mangiava carne rossa o insaccati tutti i giorni, il 56% 3-4 volte a settimana. Per il ministero della Salute il cancro del colon-retto, quello di cui si è trovata la maggiore associazione con il consumo di carne lavorata, è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con quasi 55.000 diagnosi stimate per il 2013.

“La Iarc conferma dati che conoscevamo da tempo – spiega  Carmine Pinto, presidente Aiom, Associazione italiana medici oncologi che stanno tenendo proprio in questi giorni a Roma il loro congresso – ovvero che la presenza di conservanti o di prodotti di combustione in questi alimenti è legata ad alcuni tipi di tumore. Per quanto riguarda le carni rosse è una questione di modalità e di quantità, non esiste una ‘soglia di esposizionè oltre la quale ci si ammala sicuramente. Il messaggio che dobbiamo dare è che la carne rossa va consumata nella dovuta modalità, una o due volte a settimana al massimo. Il messaggio principale è invece un invito a tornare alla dieta mediterranea, che ha dimostrato invece di poter diminuire il rischio di tumore”.

Ecco le regole del “menù” della salute secondo il dott. Carmine Pinto.

E allora quale è la giusta “dose” di carne rossa a settimana?

“Gli adulti dovrebbero portare in tavola la carne rossa una o due volte a settimana”.

Può tradurre il suo consiglio in grammi?

“Vengono raccomandati non più di 300-400 grammi di carne rossa a settimana contro i 400 al giorno di frutta e verdura”.

Per molti è poca, vero?

“Sì, secondo una nostra indagine il 56% degli italiani la mangia tre o quattro volte a settimana. Rischiando problemi allo stomaco e al colon. E solo il 10% consuma frutta e verdura correttamente”.

Non vuole essere allarmista ma invita a diminuire le porzioni:

“Parlo di quella rossa e non della bianca di pollo o tacchino che si può mangiare anche tre o quattro volte a settimana”.

Uno dei problemi per la salute è quello della cottura?

“Attenzione alla combustione, evitare i punti bruciati. Quindi uno o due volte a settimana e una cottura che non lasci parti troppo bruciate”.

Quali sono gli elementi pericolosi che si formano durante la cottura?

“Nel processo si formano anche sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene.

Queste abbondano, per esempio, all’interno della classica crosta bruciacchiata della carne. E’ sempre meglio evitare una cottura eccessiva, rimuovere le parti nere”.

Secondo lei gli italiani fanno fatica a cambiare abitudini?

“Molto. Un dato è preoccupante: il 70% di coloro che mangiano senza regole non si considera a rischio come è emerso dalla nostra indagine. Così, quando invitiamo sia gli uomini che le donne a modificare un po’ il menù, molti fanno resistenza”.

Come quando si chiede di smettere di fumare?

“Sì, più o meno. Per il paziente è quasi la stessa fatica. Nel caso della carne non c’è un divieto assoluto ma solo l’indicazione di fare attenzione alle porzioni. Sia negli adulti che nei ragazzi. Le proteine le possiamo prendere anche dai legumi, per esempio”.

Scupola Giovanni Maria

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