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Abbracci virtuali ai tempi del coronavirus – lettera di un infermiere

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Abbracci virtuali ai tempi del coronavirus - lettera di un infermiere
immagine da www.pixabay.com di mohamed_hassan
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Mi chiamo Raffaele Di Mauro e sono un infermiere del Pronto Soccorso della “Fondazione IRCCS Ca ‘Granda Ospedale Maggiore Policlinico” da tutti conosciuti come il Policlinico di Milano.

Dall’inizio della mia carriera sono sempre stato molto toccato dalla solitudine dei miei pazienti, soprattutto quando stanno affrontando battaglie importanti. In questo periodo gli ospedali sono improvvisamente svuotati di genitori, accompagnatori e volontari; i pazienti con COVID19 interagiscono da soli con il personale sanitario che non riesce sempre a garantire il supporto emotivo dato dal carico di lavoro e dai limiti dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).

La letteratura scientifica da anni ha dimostrato che la psiche influenza la capacità di compensazione del distress respiratorio (pensiamo a come respiriamo quando qualcosa ci preoccupa). Inoltre,  dare la possibilità ai familiari di vedere il proprio caro sarebbe una bella opportunità per loro e per i pazienti.

Il giorno 19/03/2020 la testata giornalistica “MILANO TODAY” ha pubblicato un articolo dal titolo “Mio papà è morto da solo, senza sua moglie ei suoi figli, ma io vi ringrazio di cuore” dove viene pubblicata una lettera indirizzata al Policlinico di Milano scritta da una signora dopo la morte del padre affetto da COVID19. Da questa testimonianza ho capito che non si può restare indifferenti e ho proposto ad un gruppo di amici e colleghi di organizzare una campagna di raccolta fondi.

L’impegno principale è stato quello di abbattere, per quanto possibile, le barriere tra pazienti affetti da COVID19 e familiari/amici imposti dalle misure di isolamento ospedaliero ma anche dare la possibilità di potersi svagare ascoltando della musica.

Quasi tutte le campagne di Crowdfunding per il Coronavirus hanno avuto come obiettivo il finanziamento dei nuovi posti letto da terapia intensiva raggiungendo risultati strepitosi. Buona parte dei pazienti COVID positivi hanno esigenze di monitoraggio clinico oppure ossigenoterapia; passano le loro giornate in pochi metri quadrati e solo i più fortunati usano il cellulare personale. Spesso arrivano in Pronto Soccorso in emergenza e non tutti hanno il tempo di organizzarsi per poter “impegnare” la degenza. Grazie ai donatori sono stati consegnati a 6 strutture sanitarie del territorio milanese 30 tablet, 27 radio multimediali e 80 auricolari.

Raffaele Di Mauro

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