Di seguito il commento dell’Associazione avvocatura degli infermieri sulla sentenza emessa dal Tribunale del lavoro di Roma lo scorso 16 maggio.
Straordinaria sentenza del Tribunale del lavoro di Roma, pubblicata lo scorso 16 maggio sulla scorta di una particolare esegesi studiata da tempo in maniera approfondita dall’ufficio legale dell’Aadi. Un’infermiera era stata sospesa perché non vaccinata, ma dopo aver ottenuto l’esenzione, ha continuato, nonostante le diffide dell’Aadi, a essere sospesa per poi subire un licenziamento scritto nella busta paga ad aprile 2022.
Secondo l’esegesi del responsabile dell’ufficio legale dell’Aadi, che ha preparato il ricorso, il licenziamento riportato sulla busta paga non risponde alle esigenze richieste dalla legge che stabilisce l’atto scritto, per cui si verteva nel vietato licenziamento orale da ritenersi nullo. Anche perché la giurisprudenza di legittimità pretende che il licenziamento sia comunicato in “modo univoco e chiaro”.
Alla prima udienza, il giudice, incerto sulla novità dell’istituto, ha insistito che la lavoratrice accettasse un risarcimento bonario di soli 1.000 euro, ma l’Aadi l’ha convinta a desistere.
Probabilmente il giudice non aveva letto il ricorso, perché, fissata l’udienza di discussione, nella quale la lavoratrice si è riportata integralmente al ricorso, ha emesso l’ordinanza di accoglimento, condannando il datore di lavoro a reintegrare l’infermiera nel posto di lavoro, oltre al versamento delle retribuzioni non percepite (21.880,00 euro) e 8.000 euro di spese legali.
Ma l’Aadi aveva anche chiesto ulteriori danni di immagine e di chance dovuto al rifiuto dell’azienda di far rientrare la lavoratrice nel suo posto di lavoro quando l’Aadi trasmise l’esenzione a favore dell’iscritta. Pertanto, avendo deciso sulle questioni di urgenza, a dicembre prossimo si procederà nella causa per accertare e determinare i danni da discriminazione no vax. “Si tratta del primo caso in Italia di risarcimento per danno da discriminazione no vax!”, esultano dall’Aadi, parlando di “grande vittoria”.
Redazione Nurse Times
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