Un nuovo studio, condotto da ricercatori dello University Hospitals Cleveland Medical Center, ha dimostrato che l’Alzheimer, a lungo considerato irreversibile, potrebbe essere invertito ripristinando l’equilibrio energetico del cervello.
Gli scienziati americani hanno scoperto che la riduzione dei livelli di NAD+, una molecola vitale per l’energia cellulare, è un fattore chiave nello sviluppo dell’Alzheimer. Mantenere o ripristinare questi livelli può prevenire o addirittura invertire la malattia nei topi.
Utilizzando il composto farmacologico P7C3-A20, i ricercatori sono riusciti a ripristinare l’equilibrio del NAD+ nei modelli murini, ottenendo un recupero completo delle funzioni cognitive, anche in stadi avanzati della malattia.
I risultati suggeriscono che l’Alzheimer potrebbe non essere inevitabilmente irreversibile, aprendo la strada a nuove terapie e studi clinici per verificare l’efficacia di questo approccio negli esseri umani.
Redazione Nurse Times
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