Nursing Up: affido a cooperative e personale poco formato mettono a rischio la sicurezza dei pazienti e chiedono interventi immediati
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del sindacato nazionale Nursing Up
Caos San Raffaele: “Quando si rinuncia alla piena valorizzazione dei professionisti qualificati, la sicurezza delle cure viene inevitabilmente messa a rischio. Non può essere derubricato a semplice incidente.”
De Palma: “Così si logora il sistema, si mortifica la professione, si espone la sicurezza dei pazienti a rischi inaccettabili. Serve un confronto immediato e trasparente: assunzioni vere, non scorciatoie. E chiediamo che la nostra Federazione Nazionale valuti ogni iniziativa utile a tutela della professione.”
ROMA, 8 DICEMBRE 2025 – Secondo quanto riportato in queste ore dalla stampa nazionale, una grave situazione di criticità organizzativa avrebbe interessato il reparto di cure intensive dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
Quanto descritto non può essere archiviato come una semplice “disfunzione temporanea”, né come una “criticità imprevista”: se i fatti fossero confermati, saremmo di fronte all’ennesima dimostrazione di ciò che Nursing Up denuncia da anni, ovvero che quando la sanità rinuncia alla piena valorizzazione dei propri professionisti, il rischio si scarica inevitabilmente sulla sicurezza delle cure.
Sempre stando alle ricostruzioni giornalistiche, si parlerebbe di un reparto di cure intensive entrato in forte difficoltà, dell’affidamento del servizio a una cooperativa esterna che avrebbe evidenziato gravi criticità sul piano della preparazione e dell’integrazione operativa, e dell’impiego di personale che, in alcuni casi, non avrebbe avuto un’adeguata conoscenza delle procedure, dei farmaci e dei canali di comunicazione con i medici. Vengono riportate anche situazioni segnalate come potenzialmente critiche e l’istituzione di un’unità di crisi. Tutto questo, se confermato, sarebbe avvenuto non in un presidio periferico, ma in una struttura di assoluta eccellenza nazionale.
DE PALMA: “CHI CI VA DI MEZZO? IL MALATO. SEMPRE.”
«Quando si decide di affidare reparti ad altissima intensità di cura a processi di esternalizzazione, non accompagnati da garanzie rigorose di competenza, formazione e integrazione – commenta il Presidente del Nursing Up, Antonio De Palma – si espone la vita delle persone a rischi che non possono essere accettati.
Qui non si tratta solo di organizzazione: qui, se i fatti fossero confermati, verrebbe meno l’essenza stessa della sicurezza assistenziale. La professione infermieristica non si improvvisa e non può essere trattata come un servizio generico.»
“SIAMO DI FRONTE ALL’EFFETTO DI ANNI DI SCELTE SBAGLIATE: SI FRANTUMA LA PROFESSIONE PER RISPARMIARE”
«Questa vicenda, se verificata nei termini riportati, rappresenterebbe lo specchio di un modello che considera gli infermieri numeri da spostare e non professionisti da valorizzare. Si tenta di colmare i vuoti con soluzioni tampone invece di investire in assunzioni, formazione, responsabilizzazione.
Il risultato è un effetto domino:
precarietà → fuga dei professionisti →impoverimento dei reparti → appalti esterni →rischio per i pazienti.»
“QUANDO LE SCELTE SONO FALLIMENTARI, LA SANITÀ DIVENTA UNA SCOMMESSA”
«La cura intensiva non è un corridoio. È un luogo in cui ogni gesto ha conseguenze decisive. E quando non si garantiscono competenze adeguate, la vita diventa una scommessa. Una scommessa che chi cura non può permettersi, e che chi governa non deve imporre.»
“SERVONO ASSUNZIONI, NON TOPPE. SERVE RISVEGLIARE IL CORAGGIO ISTITUZIONALE.”
«C’è un’unica strada seria: assunzioni stabili, un piano strategico per il rilancio della professione, il pieno riconoscimento delle competenze e reali percorsi di carriera. Continuare a ignorare questa realtà significa rendere sistemico il rischio. Oggi a Milano, domani altrove.»
“NON SI PUÒ TACERE”
«Di fronte a quanto riportato, ci aspettiamo che anche la nostra Federazione Nazionale (FNOPI) valuti con attenzione ogni possibile iniziativa.
Non si può tacere quando la sicurezza delle cure rischia di essere compromessa. Non si può tacere quando c’è il rischio che la competenza venga sostituita da improvvisazione.»
PROROGA AL 2027 DELLA L. 187/2024 (D.L. 34/2023): “PARADOSSO PERICOLOSO. ERA EMERGENZA, OGGI DIVENTA SISTEMA.”
De Palma richiama inoltre un profilo normativo che assume oggi particolare rilevanza. Secondo quanto riportato dalla stampa, e che il sindacato sta approfondendo – parte del personale esterno impiegato potrebbe provenire dall’estero. Con la L. 187/2024 (cd. Decreto Flussi) è stato prorogato fino al 31 dicembre 2027 quanto previsto dall’art. 15, commi 1 e 4, del D.L. 34/2023, consentendo l’esercizio temporaneo delle professioni sanitarie sulla base di qualifiche conseguite all’estero, in deroga alle procedure ordinarie di riconoscimento.
«Quella norma nacque in piena emergenza pandemica – afferma De Palma – per evitare il collasso del sistema. Oggi, però, l’emergenza non può diventare la normalità. Il rischio è che una deroga temporanea si trasformi in scorciatoia strutturale, con un inevitabile abbassamento degli standard di sicurezza.»
IL RICHIAMO AL CASO SAN RAFFAELE: “NON È TEORIA, È QUELLO CHE ABBIAMO VISTO RIPORTATO.”
Gli episodi descritti dagli organi di stampa, che farebbero riferimento a difficoltà nella conoscenza delle procedure, dei farmaci e del linguaggio clinico, pongono un interrogativo che non può essere eluso: quello della reale garanzia di formazione, affiancamento e integrazione professionale.
«Non è, naturalmente, una questione di origine dei professionisti – sottolinea De Palma –. La responsabilità, se vi è, è esclusivamente organizzativa. Le istituzioni competenti sono chiamate ad accertare i fatti e le eventuali responsabilità.»
“LE AZIENDE DEVONO VALUTARE, NON SCARICARE.”
«Le aziende sanitarie hanno il dovere etico e organizzativo di verificare rigorosamente le capacità, la formazione, l’integrazione e la sicurezza del personale cui affidano reparti ad altissima intensità assistenziale. La responsabilità non può essere delegata senza garanzie.»
“TUTTO QUESTO NON SERVIREBBE SE ASSUMESSIMO I NOSTRI INFERMIERI.”
«Il nodo vero resta uno solo – prosegue De Palma –: se gli infermieri qualificati non fossero costretti a lasciare i reparti per condizioni organizzative insostenibili, tutto questo non accadrebbe. Non stiamo perdendo professionisti per caso: li stiamo spingendo ad andarsene.»
“UN RISCHIO SISTEMICO DA NON SOTTOVALUTARE”
«L’insieme tra fuga dei professionisti, esternalizzazioni e proroga delle deroghe fino al 2027 rappresenta un fattore di rischio sistemico per i reparti più fragili. Se dovesse concretizzarsi pienamente, non sarebbe in discussione un singolo reparto, ma la fiducia dei cittadini nel Servizio Sanitario Nazionale.»
«Quanto riportato sul San Raffaele non rappresenta un episodio isolato, ma l’emersione di una criticità strutturale: senza professionisti valorizzati, la sanità perde qualità, sicurezza e dignità. E quando crolla un pilastro, non crolla un reparto: crolla la fiducia dei cittadini.», conclude De Palma.
Redazione NurseTimes
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