Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del sindacato Coina
Ceccarelli: “Da chi ci rappresenta dovrebbero arrivare certezze e linee guida solide per uscire dall’impasse. La realtà è invece tutt’altra!”
ROMA 5 DIC 2025 – «Negli ultimi mesi – dichiara Marco Ceccarelli, segretario nazionale del Coina, sindacato delle professioni sanitarie – stiamo drammaticamente assistendo a una sequenza di decisioni che, pur provenendo da un organismo autorevole come la FNOPI, la nostra Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche. risultano difficili da interpretare in un disegno davvero unitario. Mentre la professione continua a perdere migliaia di infermieri ogni anno, il messaggio che arriva alla categoria da chi ci rappresenta appare frammentato e contraddittorio.».
L’assistente infermiere: una scelta che apre più problemi che soluzioni
«La FNOPI ha sostenuto fin qui, sin dall’inizio, senza mezzi termini, l’introduzione dell’assistente infermiere, una figura di supporto che riteniamo potenzialmente destabilizzante per un sistema già fragile. Non è chiaro come questa scelta possa conciliarsi con l’esigenza – più volte ribadita dalla stessa FNOPI – di elevare il livello clinico e professionale degli infermieri italiani.»
«A questo si è aggiunta la presa di posizione della stessa FNOPI contro i ricorsi dei sindacati che chiedevano la revisione dell’accordo Governo–Regioni. Una dinamica che ha inevitabilmente disorientato migliaia di professionisti che non comprendono quale direzione si voglia davvero prendere.»
Percorsi avanzati e specialistici: obiettivo condivisibile, ma servono basi solide
«Accogliamo positivamente l’impegno verso le lauree magistrali delle professioni sanitarie e verso i percorsi professionalizzanti a indirizzo clinico. Sono strumenti preziosi, che il Coina sostiene convintamente. Tuttavia, senza intervenire prima sulle condizioni reali dei reparti – organici insufficienti, stipendi inadeguati, turni impossibili – qualsiasi percorso avanzato rischia di poggiare su fondamenta fragili.»
«Non si può parlare di crescita clinica mentre la professione base si svuota. Servono coerenza e priorità chiare».
Ora il protocollo FNOPI–Randstad: ne abbiamo davvero bisogno?
«Ora si aggiunge il protocollo FNOPI–Randstad per favorire l’ingresso di infermieri dall’estero. Iniziativa sì legittima e sicuramente utile in alcuni contesti. Ma diventa difficile comprendere la logica complessiva quando, nello stesso arco temporale, si sostiene una figura di supporto come l’assistente infermiere, si promuovono percorsi clinici avanzati e si ricorre anche al reclutamento internazionale.»
«Per molti infermieri italiani, questo mosaico appare un insieme di tasselli che non si incastrano affatto tra loro. Nel frattempo, continuiamo a perdere professionisti formati in Italia, che emigrano o addirittura cambiano mestiere.»
La vera emergenza: fermare l’emorragia interna
«Non contestiamo la mobilità internazionale né l’arrivo di colleghe e colleghi stranieri. Contestiamo l’assenza di una strategia mirata che affronti le cause reali dell’emorragia interna: retribuzioni insufficienti, carichi di lavoro insostenibili, mancanza di tutela, assenza di prospettive di carriera, assenza di un contratto ad hoc per i professionisti dell’area non medica. Finché queste condizioni non verranno affrontate seriamente, continueremo a rincorrere soluzioni tampone.»
L’appello del Coina: serve una linea chiara per il futuro della professione
«Il Coina chiede una rotta stabile, coerente e trasparente. La professione infermieristica ha bisogno di valorizzazione reale, di percorsi clinici avanzati ben radicati e di condizioni che permettano agli infermieri di restare nel sistema. Collaboreremo con tutti, FNOPI compresa, ma con un principio fermo: la realtà quotidiana degli infermieri italiani deve tornare al centro delle decisioni, non ai margini. Basta con le decisioni di contorno, quelle per certi versi anche paradossali, che non arrivano al cuore delle criticità e che lasciano tutto tristemente inalterato»
Redazione NurseTimes
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