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Gentile Direttore di NurseTimes,
sono la dott.ssa Raffaella Loparco, presento ai suoi lettori la mia tesi di laurea in infermieristica dal titolo “Mind The Gap- schede multilingue presso la unità operativa di MECAU dell’A.O.U del Policlinico di Bari”
ABSTRACT
Background
La comunicazione infermieristica costituisce uno dei pilastri fondamentali della pratica assistenziale, poiché rappresenta il mezzo attraverso il quale l’infermiere costruisce una relazione terapeutica efficace, raccoglie informazioni cliniche essenziali e garantisce la sicurezza del paziente. Nei contesti ad alta intensità operativa, come il Pronto Soccorso, la comunicazione assume un ruolo ancora più determinante: il tempo limitato, la pressione emotiva, la complessità clinica e la multiculturalità dell’utenza possono generare significative difficoltà di comprensione tra professionisti e pazienti. In tali situazioni, la presenza di barriere linguistiche e culturali rischia di compromettere la valutazione infermieristica iniziale, con ripercussioni sulla tempestività e l’appropriatezza delle cure.
Negli ultimi anni il fenomeno migratorio ha determinato un aumento significativo della presenza di pazienti stranieri nei servizi di emergenza-urgenza, ponendo nuove sfide alla comunicazione sanitaria.
In particolare, durante la fase di triage infermieristico, la barriera linguistica rappresenta un ostacolo rilevante per la corretta raccolta dei dati anamnestici, la valutazione dei segni e dei sintomi e, di conseguenza, per la tempestiva attribuzione del codice di priorità.
La difficoltà comunicativa può compromettere non solo la qualità dell’assistenza, ma anche la sicurezza del paziente e la serenità dell’operatore, esponendo a un maggior rischio di errori e incomprensioni. Nel Pronto Soccorso del Policlinico di Bari, non vi è attualmente nessuno strumento di supporto agli infermieri di triage che si trovano difronte ad utenti non italofoni, e ciò ha reso più evidente il bisogno di strumenti operativi che facilitino la comunicazione interculturale. Alla luce di tale criticità, è stato sviluppato e sperimentato uno strumento di supporto linguistico destinato alla fase di triage infermieristico: una scheda multilingue costruita secondo il modello di valutazione primaria ABCD (Airway, Breathing, Circulation, Disability). Lo studio nasce, quindi, con l’intento di sperimentare tale strumento e di valutarne l’efficacia percepita, la facilità d’uso e l’utilità pratica nella realtà operativa del Pronto Soccorso.
Materiali e metodi
Lo studio sperimentale è stato condotto presso l’Unità Operativa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza (MECAU) dell’A.O.U. Policlinico di Bari. È stata elaborata una scheda multilingue strutturata in cinque lingue (italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo), contenente domande brevi, chiare e con risposte chiuse (“sì/no”), pensate per agevolare la raccolta di informazioni cliniche fondamentali e per ridurre gli errori di comprensione durante la valutazione primaria del paziente straniero. La scheda comprende sezioni dedicate all’identificazione anagrafica, all’anamnesi patologica remota e farmacologica, ai segni e sintomi secondo il modello ABCD (Airway, Breathing, Circulation, Disability).
La fase E (Exopsure) riguarda l’esposizione del paziente per una valutazione completa del corpo, dalla testa ai piedi, e per la ricerca di altre lesioni, che viene effettuata scoprendo il paziente. Questa fase viene indagata e svolta quando il paziente completa la fase di pre-triage, quindi una volta assegnato il codice-colore. Per questi motivi non è parte della scheda multilingue. Inoltre è presente una scala di valutazione del dolore associata a rappresentazioni grafiche del corpo umano per indicarne la sede e una scala numerica e visiva per indicarne l’intensità. La struttura è stata sviluppata a partire da schede multilingue create da una studentessa dell’università di Torino, per il Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Jesolo nel 2015/2016.
La sperimentazione ha coinvolto 49 infermieri di triage operanti presso la struttura, selezionati su base volontaria.
Gli operatori hanno utilizzato le schede durante l’accoglienza di pazienti stranieri con difficoltà linguistiche, in situazioni di codice bianco, verde, arancione o rosso, in base alla gravità clinica. Sono state lasciate in triage circa 25 schede di prova, per essere utilizzate o anche solo visionate dagli infermieri. Infine, è stato somministrato un questionario strutturato di 14 item, elaborato tramite la piattaforma Google Moduli e suddiviso in due sezioni: la prima con domande a scala Likert a 5 punti, finalizzata a valutare l’utilità percepita dello strumento; la seconda con domande aperte, mirate a raccogliere osservazioni qualitative, punti di forza, criticità e suggerimenti di miglioramento. L’analisi dei dati è stata condotta in forma descrittiva per la parte quantitativa e tramite analisi tematica per la parte qualitativa.
Risultati
Al termine del periodo di sperimentazione, sono state raccolte le schede utilizzate, circa 10. Dall’analisi di quest’ultime non è stato possibile identificare precisamente a quali lingue facessero riferimento i pazienti durante la compilazione, dovuto alla struttura della scheda
Hanno partecipato alla fase di valutazione tramite Google Moduli 40 infermieri (tasso di risposta 81,63%), tutti con esperienza nel triage. I risultati quantitativi hanno evidenziato una valutazione fortemente positiva dello strumento. Oltre il 90% dei partecipanti ha giudicato la scheda “utile” o “molto utile” per la comunicazione con il paziente straniero e per la raccolta dei dati anamnestici e clinici. In particolare, il 60% degli infermieri ha indicato come “molto utile” la sezione dedicata all’anamnesi e il 50% quella relativa alla raccolta dei segni e sintomi secondo il modello ABCD. La scala visiva del dolore, associata alle immagini corporee, è stata ritenuta funzionale dal 95% dei partecipanti.
Per quanto riguarda l’applicabilità, il 92,5% ha ritenuto la scheda pienamente utilizzabile nei codici bianchi e verdi, mentre solo il 55% l’ha considerata idonea anche nei casi più gravi (arancioni e rossi), a causa della mancanza di tempo o della non collaborazione del paziente. Dall’analisi qualitativa delle risposte aperte sono emersi numerosi punti di forza: miglioramento della comunicazione e della relazione infermiere–paziente, maggiore inclusione e accoglienza del paziente straniero, rapidità e praticità d’uso, nonché contributo alla sicurezza e riduzione degli errori. Tra i limiti più segnalati figurano la copertura linguistica ritenuta ancora insufficiente, la difficoltà di utilizzo nei pazienti critici e la necessità di aggiornare i contenuti delle domande poiché sono state percepite troppo rigide o incomplete per descrivere situazioni complesse.
Conclusioni
Lo studio ha confermato che la scheda multilingue rappresenta uno strumento pratico, economico e facilmente integrabile nella pratica clinica, capace di migliorare la qualità della comunicazione e l’efficacia della valutazione infermieristica in presenza di barriere linguistiche. Pur non sostituendo l’interprete o il mediatore culturale, essa costituisce un valido supporto operativo, soprattutto nelle prime fasi del triage, dove il tempo e la chiarezza comunicativa sono essenziali. I risultati ottenuti suggeriscono la necessità di ampliare il numero di lingue disponibili, includendo idiomi extraeuropei, e di valutare una futura digitalizzazione dello strumento, che ne renderebbe più semplice l’aggiornamento e l’utilizzo su dispositivi elettronici. L’introduzione di strumenti di questo tipo può contribuire concretamente alla riduzione delle disuguaglianze linguistiche e culturali, promuovendo una pratica infermieristica più equa, sicura e culturalmente competente, in linea con i principi di inclusione e umanizzazione dell’assistenza.
Dott.ssa Raffaella Loparco
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