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Bari, 15 infermieri a processo per esercizio abusivo: iscritti all’albo dopo decenni

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La quota di iscrizione annuale all'Ordine degli infermieri «deve pagarla la Asl», la sentenza del giudice
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Udienza predibattimentale a Bari: una richiesta di messa alla prova, un rito abbreviato, altri rinviati a giudizio; indagine dei NAS coordinata dal pm Marcello Quercia

Finiscono a processo quindici infermieri in servizio nella provincia di Bari, accusati di esercizio abusivo della professione per la mancata iscrizione all’Ordine professionale. Il giudice ha fissato l’inizio del dibattimento per il 6 febbraio 2026 dopo l’udienza predibattimentale. 

L’inchiesta nasce da accertamenti svolti dai carabinieri dei Nas, che hanno incrociato le anagrafiche del personale infermieristico impiegato nelle strutture pubbliche con gli elenchi ufficiali degli Ordini provinciali. Secondo la Procura di Bari, coordinata dal pubblico ministero Marcello Quercia, in diversi casi l’iscrizione all’albo è avvenuta solo dopo l’avvio degli accertamenti, tra febbraio e maggio 2022. 

Durante l’udienza predibattimentale gli avvocati di due degli imputati hanno presentato istanze differenti: uno ha chiesto la messa alla prova, l’altro il rito abbreviato — richieste che il giudice deciderà in sede opportuna (la discussione sul rito abbreviato è stata calendarizzata per il 4 dicembre). Gli altri tredici imputati sono stati rinviati a giudizio e procederanno con il rito ordinario. 

Il caso emblematico: Saverio Campanella

Tra gli imputati figura anche Saverio Campanella, 63 anni, presidente del Consiglio comunale di Putignano. Secondo l’accusa, Campanella risulta assunto in ospedale dal 16 ottobre 1980, ma l’iscrizione all’albo sarebbe stata formalizzata solo il 28 febbraio 2022, cioè dopo l’avvio delle verifiche dei Nas. Lo stesso schema — assunzioni negli anni ’80 e iscrizioni molto tardive — ricorre per molti degli imputati. 

Contesto normativo e giuridico

L’iscrizione all’Albo professionale degli infermieri è un adempimento la cui interpretazione nel tempo è stata oggetto di dibattito giuridico: la normativa attuale sottolinea l’obbligatorietà dell’iscrizione per l’esercizio della professione e per accedere a determinati regimi fiscali e amministrativi. La Federazione Nazionale e gli OPI richiamano la necessità dell’iscrizione ai fini dell’esercizio professionale regolamentato. Questo quadro normativo spiega perché la Procura valuti la mancata iscrizione come potenziale esercizio abusivo della professione. 

Giuridicamente la questione non è però sempre lineare: casi analoghi in altre procure hanno visto esiti differenti — dall’archiviazione quando l’inadempimento risultava “formale” e prontamente sanato, fino alla richiesta di rinvio a giudizio quando la Procura ritiene che la condotta integri l’esercizio abusivo. La discrezionalità investigativa e la valutazione della buona fede dei singoli dipendenti restano elementi chiave nel percorso processuale. 

Redazione NurseTimes

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