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Ceccarelli (COINA): “La super intramoenia divide la Lombardia, corsie veloci per i ricchi, cittadini lasciati soli”

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Coina: urge istituzione di un contratto separato per le Professioni Sanitarie
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Ceccarelli (COINA): “Con la super intramoenia la Lombardia spacca in due la sanità: corsie rapide per i ricchi

ROMA 28 OTT 2025 – «La Giunta lombarda con la delibera n. XII/4986 del 15 settembre 2025 – denuncia Marco Ceccarelli, segretario nazionale del COINA, Sindacato delle Professioni Sanitarie,  ha autorizzato gli ospedali pubblici a stipulare convenzioni con assicurazioni e fondi sanitari integrativi. È la cosiddetta “super intramoenia”: chi ha una polizza potrà accedere a visite, esami e ricoveri nel pubblico con tempi ridotti e tariffe concordate. Si tratta di un modello che apre a una sanità a due velocità, dove chi paga passa avanti e chi non ha mezzi resta in lista d’attesa».

Un paradosso tutto lombardo

«È paradossale – prosegue Ceccarelli – che una regione come la Lombardia, dove mancano oltre 10mila infermieri all’appello, invece di investire nel rafforzare i propri professionisti, vada a cercare personale dall’Uzbekistan o dal Sudamerica. Così si scarica all’estero la soluzione di una crisi che nasce dall’incapacità di valorizzare le competenze che già esistono in casa. Si mortifica chi lavora ogni giorno negli ospedali e si costruiscono scorciatoie che non risolvono nulla».

I dati della crisi

«I numeri ci dicono che il sistema è già in collasso», sottolinea Ceccarelli. «Nel 2024 quasi 6 milioni di italiani hanno rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria necessaria, e le rinunce legate ai tempi di attesa sono aumentate del +51% in un solo anno. Sul personale siamo indietro anni luce rispetto al Vecchio Continente: l’Italia ha solo 6,2 infermieri ogni 1000 abitanti, contro una media europea di oltre 8,5. E nel Mezzogiorno le dotazioni sono ancora più basse, con interi territori che non garantiscono i Livelli essenziali di assistenza (LEA). Ecco la vera sanità, quella a due velocità».

Un modello che discrimina

«Con la super intramoenia – continua Ceccarelli – si mette il pubblico al servizio del privato: i professionisti sanitari saranno caricati di attività parallele, mentre i cittadini senza polizza resteranno indietro. È una scelta che discrimina e che mette a rischio l’universalità del diritto alla salute sancito dalla Costituzione».

Bertolaso-Fontana: ecco gli infermieri dall’Uzbekistan come ennesima toppa alla voragine

«Dopo aver annunciato e portato avanti il piano degli infermieri sudamericani, l’assessore al Welfare Guido Bertolaso punta ora sull’Uzbekistan. Dieci operatori appena arrivati a Milano, accolti dal presidente Attilio Fontana, verranno inseriti in reparti complessi dopo poche settimane di formazione e corsi di lingua. È una toppa logora su una ferita di oltre 10mila infermieri mancanti in Lombardia. Senza conoscere la lingua, senza radici nel nostro sistema, rischiano di essere gettati nella mischia più per propaganda che per reale risposta ai bisogni dei cittadini. Una scelta che svilisce le professioni sanitarie italiane e non affronta il vero nodo: investimenti, assunzioni stabili e stipendi adeguati per chi già lavora negli ospedali della Regione».

Le richieste del COINA

«Chiediamo una moratoria immediata su queste convenzioni – conclude Ceccarelli – e l’apertura urgente di un tavolo nazionale con Ministero e Regioni. Servono investimenti veri: nuove assunzioni, piani di retention, valorizzazione economica e professionale di infermieri e professioni sanitarie. Non bastano scorciatoie per chi ha una polizza, serve una strategia per garantire cure e dignità a tutti».

Redazione NurseTimes

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