Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Nursing Up.
“Il nuovo report Agenas fotografa una situazione che definire grave è a dir poco riduttivo: manca circa un anno alla scadenza della Missione 6 del PNRR, e ad oggi solo il 3% delle Case di Comunità disporrebbe di equipe medico-infermieristiche realmente operative. Siamo davanti al rischio concreto di ritrovarci con scatole vuote, vere e proprie cattedrali nel deserto, talvolta strutture inaugurate in pompa magna, ma senza professionisti in grado di farle funzionare, a discapito di un rilancio della sanità di prossimità che non può attendere”. Questa la denuncia di denuncia Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up.
SERVONO 50.000 INFERMIERI DI FAMIGLIA: DOVE LI TROVIAMO?
“Il fabbisogno stimato – continua De Palma – è di 50.000 infermieri di famiglia, figure centrali per Case e Ospedali di Comunità. Ma i giovani non scelgono più questa professione, i corsi universitari registrano un crollo delle iscrizioni, e migliaia di colleghi andranno in pensione entro il 2030. Dove pensiamo di trovare questi professionisti, se manca il ricambio generazionale? Attingeremo forse tra gli assistenti infermieri?”.
SBLOCCARE IL VINCOLO DI ESCLUSIVITÀ E APRIRE ALLA LIBERA PROFESSIONE
Sempre De Palma: “Non abbiamo altra scelta che valorizzare le forze già in casa. È urgente sbloccare il vincolo di esclusività e aprire alla libera professione, all’intramoenia per infermieri e professionisti sanitari non medici, così da impiegare personale competente e già formato anche nelle nuove strutture territoriali. È questa una delle poche soluzioni concrete, nell’immediato, per non vanificare il fiume di risorse a disposizione dall’Europa che il nostro Paese non può permettersi di perdere”.
INVERTIAMO IL TREND LEGATO ALLA FUGA ALL’ESTERO CON CONTRATTI DIGNITOSI E UN PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI
De Palma lancia una provocazione: “Rendiamo competitiva questa nostra Italia della sanità con un piano radicale di assunzioni sostenuto da stipendi in linea con quelli degli altri Paesi Europei. Invertiamo il trend, sono migliaia gli infermieri che ambirebbero a trasferirsi domani stesso nel nostro Bel Paese, se solo gli fossero garantiti stipendi dignitosi con offerte contrattuali finalmente accettabili e in linea con il costo della vita”.
E ancora: “L’Italia può diventare il Paese d’Europa con il più alto numero di infermieri a disposizione, e forte di professionalità caratterizzate da un mix di esperienze e competenze che non può che giovare al nostro SSN. Se non si farà questo, i concorsi resteranno semi deserti e i professionisti continueranno a fuggire all’estero, o a rassegnare dimissioni volontarie dal pubblico. Allo stato attuale risulta impossibile coprire il fabbisogno. Insomma, non possiamo illuderci che bastino mura e attrezzature: senza un piano di valorizzazione della professione, il PNRR fallirà il suo obiettivo di rafforzare la sanità territoriale”.
SANITÀ DI PROSSIMITÀ: IL SUD È AL COLLASSO
Conclude il presidente De Palma: “Abbiamo casi colleghi che si ritrovano da soli a seguire fino a 30 persone, e in molte realtà del Mezzogiorno la sanità di prossimità è praticamente inesistente. Non possiamo permettere che i cittadini restino senza assistenza: la vera sfida è rendere funzionanti le strutture, ridurre la pressione sui pronto soccorso e reparti nevralgici e dare finalmente dignità alla sanità territoriale. In gioco ci sono risorse europee fondamentali e, soprattutto, il diritto alla salute dei cittadini italiani”.
Redazione Nurse Times
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