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“Per salvare il Ssn servono 30mila tra medici e infermieri, oltre ad aumenti di stipendio tra mille e 2mila euro al mese”

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Il presidente del Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, Francesco Cognetti, lancia l’allarme sulle criticità che affliggono il Ssn.

Sono diverse e tutte note le criticità che da troppo tempo affliggono il Servizio sanitario nazionale (ssn): dai problemi molto acuti dei pronto soccorso alle lunghissime liste di attesa per esami e trattamenti di importanti patologie. Per questo va giudicato positivamente il provvedimento adottato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, circa lo stop, già a partire dalla fine di luglio, ai contratti con le cooperative che forniscono i cosiddetti medici a gettone di pronto soccorso.

Gettonisti che tra l’altro possono anche non essere necessariamente esperti delle specialità e degli atti clinici che vengono chiamati a svolgere. La loro improvvisa mancanza a seguito del provvedimento ministeriale, comunque, se non compensato da nuove immediate acquisizioni di personale adeguato al ruolo, come auspicato da tanto tempo, potrà creare un pericoloso vuoto, le cui conseguenze tutti possono immaginare. Per questo resta forte la preoccupazione per le gravi carenze strutturali e di personale che affliggono gli ospedali italiani, e per questo è sempre più indispensabile un’urgente riforma organica del sistema sanitario pubblico.

Una riforma che deve puntare su alcuni obiettivi specifici. In particolare sono necessari: la necessità di un piano straordinario di assunzioni, visto che servono in tempi brevi almeno 10medici medici specialisti e 20mila infermieri per garantire la continuità e la qualità dell’assistenza, a partire dai pronto soccorso fino alla gestione delle cronicità; l’aumento consistente delle retribuzioni per medici e infermieri, già in servizio e nuovi assunti, fino a rispettivamente 2mila euro e mille euro netti al mese, come misura indispensabile per valorizzare le competenze e contrastare la crescente fuga di questi professionisti verso il settore privato o l’estero. E poi sono necessari incentivi mirati per medici e specializzandi nelle aree cliniche più critiche, come per esempio la medicina d’urgenza, e numerose altre i cui bandi risultano sempre più frequentemente deserti.

E’ necessaria anche l’introduzione di nuove figure professionali nei campi dell’innovazione e della ricerca, come data manager, biostatistici, infermieri di ricerca ed esperti in intelligenza artificiale, fondamentali per un Ssn moderno e digitalmente integrato. Altri punti centrali sono l’aumento strutturale dei posti letto ospedalieri, attualmente molto al di sotto della media degli altri Paesi europei, e il potenziamento dell’integrazione tra ospedale e territorio. Tutte queste misure sono essenziali per poter contenere i problemi più acuti e le emergenze attuali del nostro Ssn.

Come Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, sottolineiamo che, senza una riforma strutturale e coraggiosa, il Ssn rischia di diventare sempre più fragile e diseguale, incapace di rispondere ai bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana e con patologie complesse. Per questo motivo serve una visione di lungo periodo che rimetta al centro il ruolo della sanità pubblica, degli operatori sanitari e della medicina clinica di qualità. Il Forum continuerà a offrire il proprio contributo tecnico e scientifico per sostenere ogni iniziativa politica che punti a garantire ai cittadini un’assistenza sanitaria equa, sostenibile e fondata su competenze e valori condivisi.

Redazione Nurse Times

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