L’Università di Tor Vergata apre un’indagine interna sulla presunta aggressione del professor Giuseppe Sica, primario di Chirurgia mininvasiva, ai danni della sua assistente storica, Marzia Franceschilli, in una sala operatoria del Policlinico. L’Ateneo romano ha acquisito tutta la documentazione dell’indagine svolta dalla Commissione di garanzia, organo a tre membri che ha assolto il medico, dalla quale emergono quattro testimonianze su sei a confermare un “pugno alla nuca”.
Il possibile licenziamento del professore

Anche la Regione Lazio ha avviato un’indagine su quanto sarebbe accaduto il 6 giugno scorso, inviando i propri ispettori a Tor Vergata per acquisire i documenti relativi alle testimonianze. Ora è possibile che si torni ad ascoltare protagonisti e testimoni della vicenda in una nuova istruttoria da chiudere “in tempi brevi”. La conferma arriva dall’Università, che ha sotto contratto Sica e che potrebbe licenziare per giusta causa il professore. Un provvedimento, questo, caldeggiato dal governatore laziale Francesco Rocca.
Il rettore Nathan Levialdi Ghiron ha garantito massimo rigore: “In relazione a quanto avvenuto nella sala operatoria del Policlinico Tor Vergata desidero precisare che l’Ateneo sta operando, per quanto di sua competenza, nel rispetto di quei principi di rigore, sicurezza e valorizzazione della persona, in cui, come comunità, fermamente crediamo, e che ispirano costantemente la nostra azione. Confermo dunque la mia precisa volontà di agire in relazione ai fatti con la consueta serietà e il necessario rigore”.
Il trasferimentto dell’assistente al San Camillo

Intanto Marzia Franceschilli si trasferirà all’ospedale San Camillo, dall’altra parte di Roma, dove dovrebbe lavorare nel Centro multidisciplinare di Chirurgia robotica, alle dirette dipendenze del professor Pierluigi Marini, mantenendo di fatto invariate le funzioni svolte al Policlinico Tor Vergata. Continuerà quindi a operare in un’equipe di sala operatoria, ma con un altro primario.
Sul trasferimento pesa, ovviamente, quanto accaduto il 6 giugno, ossia il pesante litigio tra Franceschilli e Sica, con tanto di video che continua a fare il giro del web. Nei giorni scorsi l’assistente, intervistata dal Corriere della Sera, aveva espresso “piena fiducia nella giustizia e nella Regione Lazio”, parlando delle inchieste e dlle denunce per “lesioni e violenza privata”. Ma aveva anche manifestato qualche dubbio su un provvedimento disciplinare nei confronti di Sica, che almeno fino a ieri sembrava lontano: “Lui è un’eccellenza, l’ospedale è in difficoltà e io sono l’anello debole. Sono spaventata, mi sento esposta”.
Redazione Nurse Times
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