L’episodio risale al 12 febbraio scorso. Marco Castellano, 65 anni, medico assunto con un contratto ordinario di collaborazione e prestazione professionale dalla Croce Verde di Jesolo (Venezia), già operato al cuore per quattro stent coronarici, avvertì un forte dolore al petto e, riconoscendolo come sintomo “già sentito”, decise di lasciare il turno di lavoro al Punto di primo soccorso di Ca’ Savio con otto minuti di anticipo per monitorare la situazione attraverso un elettrocardiogramma. Solo dopo i giorni di malattia chiesti per riprendersi, scoprì di essere stato licenziato per “grave inadempienza”.
“Il mio assistito si è allontanato alle 19:52: il suo turno sarebbe finito alle 20 – spiega Luca Pavanetto, legale al quale il medico si è rivolto per tutelarsi -. Non mi pare di certo una grave inadempienza, tanto più che si era sentito male durante il turno, e con quattro stent al cuore stava cercando di capire cosa stesse accadendo. Prima ha preso i medicinali, ha atteso un po’, ma i sintomi non sembravano migliorare e dunque si è preoccupato. Naturalmente l’unico modo per stabilire cosa stesse succedendo era fare un elettrocardiogramma”.
Al punto di Primo soccorso, però, non rimase nessuno, perché l’unico infermiere presente si era dovuto allontanare con l’ambulanza per un codice giallo. Il medico, temendo un infarto, si spostò in auto a Jesolo per farsi visitare in ospedale.
“Ha comunque avvisato mentre era in auto il direttore della Croce verde alle 20:12 – continua il legal del medico -. Si tratta di un professionista stimato, con diverse specializzazioni anche all’estero, che aveva un rapporto di reciproca soddisfazione con la Croce Verde, almeno fino a quel giorno. Anche per questo che il mio assistito è amareggiato: non solo per il provvedimento, ma anche per le modalità con cui è stato attivato, ossia una raccomandata, senza nessuna comunicazione, se non quella della grave inadempienza”.
Ora l’avvocato del medico sta predisponendo una citazione: “Naturalmente siamo aperti alla conciliazione, anche perché i medici, prima di tutte le altre professioni, sono persone che si dedicano al bene social. Quindi questa situazione potrebbe risolversi senza finire necessariamente in aula”.
Redazione Nurse Times
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