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Feto abbandonato tra i rifiuti del pronto soccorso di Piacenza: indagini a tutto campo

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Feto di 6 mesi ritovato tra i cespugli: serviva per riti satanici?
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Un feto di circa 30 settimane rinvenuto in un bagno dell’ospedale: “Potrebbe essere nato vivo”, conferma l’autopsia, mentre le forze dell’ordine analizzano video e accessi per identificare la madre

Nella mattinata del 19 giugno, un’addetta alle pulizie del pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza ha notato un peso anomalo nel cestino dei rifiuti del bagno destinato al pubblico. Sollevata la busta, ha scoperto con sgomento un feto, presumibilmente di sesso maschile, di circa 30 settimane di sviluppo, avvolto in stracci insanguinati e senza alcun segno vitale. È stato subito allertato il personale sanitario: ginecologo e pediatra hanno constatato il decesso. Sul caso si sono attivati i carabinieri che hanno avviato le indagini del caso attualità.

Dettagli biologici e ipotesi sul parto

Secondo le prime ricostruzioni, il feto sarebbe già adeguatamente formato: peso di circa 1 kg e lunghezza vicina ai 38 cm, corrispondente alle normali settimane di gravidanza. Giulio Bini, direttore di Medicina Legale, ha dichiarato che “ipoteticamente a quelle settimane il feto potrebbe essere nato vivo”, ma la conferma definitiva arriverà dall’autopsia.

Indagine e videosorveglianza

Le forze dell’ordine hanno passato al setaccio le registrazioni video e gli accessi al pronto soccorso tra la sera del 18 giugno e l’alba del 19. Milioni di fotogrammi in analisi anche delle aree perimetrali esterne all’ospedale: è fondamentale capire se il parto sia avvenuto all’interno della struttura o altrove. Escluso, per ora, un parto nel bagno pubblico – troppo pulito e fuori da eventuali travaglio evidenti.

Ipotesi investigative e ricerca della madre

I carabinieri stanno ricostruendo ogni movimento. Le immagini potrebbero individuare la madre transitata dalle sale o nei corridoi interni. Si indaga anche su eventuali tracce di sangue nei corridoi o nelle zone esterne, possibili indicatori del percorso percorso dalla donna. Inoltre, stanno controllando altre strutture sanitarie: è plausibile che la madre abbia cercato assistenza medica dopo il parto.

Le prossime mosse: autopsia e accertamenti biologico-forensi

Una volta eseguita l’autopsia, si potrà stabilire con esattezza l’ora del parto, l’eventuale vita extrauterina e le cause del decesso. Parallelamente, saranno esami tossicologici e genetici per raccogliere elementi utili all’identificazione della madre o di eventuali responsabili.

Redazione Nurse Times

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