Il gruppo infermieristico della Fondazione Italiana Linfomi (GIFIL) ha redatto il terzo volume del documento “EmatoNurse – Il caregiver nel percorso clinico assistenziale del paziente affetto da linfoma. Ruolo e responsabilità infermieristica”. Di seguito la presentazione a cura della dottoressa Valentina Zoboli.
Il documento realizzato dal gruppo infermieristico della Fondazione Italiana Linfomi (GIFIL) sul tema del caregiver rappresenta un passo fondamentale verso una sanità più inclusiva, umana e sostenibile.
Il caregiver, figura spesso invisibile ma imprescindibile, svolge un ruolo chiave nella gestione quotidiana delle persone affette da patologie croniche e complesse, come quelle ematologiche. Questo documento nasce dalla consapevolezza, maturata attraverso l’esperienza clinica e il confronto interdisciplinare, che il supporto al caregiver non è un valore aggiunto, ma un elemento centrale della presa in carico del paziente.
L’obiettivo principale del progetto è promuovere un cambiamento culturale e organizzativo che riconosca il caregiver come parte integrante dell’equipe di cura. Fornire strumenti di ascolto, formazione e supporto a questi soggetti non solo migliora il benessere del caregiver stesso, ma ha un impatto diretto e positivo sugli esiti clinici, sulla qualità della vita del paziente e sull’efficienza del sistema sanitario.
Nel contesto ematologico, dove il carico assistenziale può essere particolarmente pesante e continuativo, la valorizzazione del caregiver assume un ruolo strategico. Formare e sostenere chi assiste significa rafforzare il percorso terapeutico, ridurre i ricoveri evitabili, migliorare l’aderenza alle cure e creare una rete di protezione più solida e resiliente.
Attraverso questo documento abbiamo delineato strumenti concreti per l’ascolto, il supporto e la formazione del caregiver. Abbiamo costruito percorsi di accompagnamento che includono la valutazione del suo livello di stress, l’inserimento in programmi di educazione sanitaria, la promozione di spazi di condivisione e sostegno psicologico. Questo approccio integrato non solo migliora la qualità della vita del caregiver, ma potenzia anche l’intero processo terapeutico.
Questo lavoro vuole essere un modello replicabile, un punto di partenza per progetti futuri e uno strumento utile a tutti i professionisti sanitari che desiderano integrare nella loro pratica un approccio realmente centrato sulla persona e sul suo contesto di vita. L’impatto potenziale è profondo: una sanità più umana, efficiente e capace di prendersi cura non solo dei pazienti, ma anche di chi se ne prende cura ogni giorno.
Dott.ssa Valentina Zoboli
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