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Lazio, Nursing Up proclama stato di agitazione: “Imperdonabile sospendere le indennità ai professionisti del pronto soccorso”

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Nursing Up.

Il sindacato Nursing Up ha ufficialmente proclamato lo stato di agitazione nel Lazio. Un incontro in prefettura è già stato fissato per il prossimo 3 aprile con l’obiettivo di trovare una soluzione conciliativa alla crisi in atto.

La legittima protesta nasce in risposta alla sospensione dell’indennità per i professionisti del pronto soccorso, incredibilmente richiesta lo scorso febbraio dal sindacato Nursind con una nota ufficiale inviata al governo locale. A seguito di questa incomprensibile istanza è arrivato il provvedimento di sospensione firmato dal presidente Francesco Rocca, una decisione che ha scatenato forte dissenso e un legittimo malcontento tra i professionisti sanitari, già provati da carenze di organico eternamente irrisolte.

LA RICHIESTA DI NURSING UP

Nursing Up chiede con fermezza l’immediata revoca del provvedimento e la tempestiva erogazione di un acconto sulle spettanze arretrate destinate ai professionisti dei pronto soccorso. “Non solo si tratta di un diritto negato ai lavoratori, ma anche di un duro colpo alla già fragile sanità laziale”, esordisce Francesco Sciscione, responsabile di Nursing Up Lazio.

“Purtroppo, inutile nascondere la verità, ci si ritrova in questa grave situazione a causa di un gesto incomprensibile  da parte di un’altra organizzazione sindacale, cosa che noi non avremmo mai fatto – continua Sciscione -. Ma bisogna tutelare i lavoratori. In questi ultimi anni i professionisti del pronto soccorso sono diminuiti in modo allarmante sul territorio. Nel pieno del Giubileo, invece di incentivare e supportare il personale, la Regione Lazio ha bloccato le indennità. Una decisione paradossale, che peggiora ulteriormente una situazione lavorativa già drammatica”.

SANITÀ IN CRISI: LE CONSEGUENZE DELLA SOSPENSIONE DELLE INDENNITÀ

La realtà dei professionisti sanitari del pronto soccorso è ormai insostenibile: oltre a dover affrontare turni estenuanti a causa della grave carenza di personale, la sanità laziale subisce quotidianamente ripercussioni sia sulla qualità dell’assistenza ai pazienti che sul benessere psico-fisico degli operatori. Lo stress costante, il sovraccarico di lavoro e le difficili condizioni operative aumentano il rischio di burnout e contribuiscono all’allontanamento dai reparti nevralgici e dal pubblico.

A tutto questo si aggiunge la sospensione di un’indennità fondamentale, un provvedimento che non solo penalizza i lavoratori, ma mette a rischio il diritto alla salute dei cittadini e la tenuta dell’intero sistema di emergenza-urgenza nel Lazio.

IL 3 APRILE L’INCONTRO IN PREFETTURA

La convocazione in prefettura del prossimo 3 aprile arriva come conseguenza diretta della proclamazione dello stato di agitazione da parte di Nursing Up, che si dice pronto a difendere i diritti dei professionisti sanitari con ogni mezzo a disposizione.

ASSEMBLEA-PRESIDIO A MILANO: LA MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTINUA

Parallelamente, in quella che si delinea come una situazione delicatissima in conseguenza della crisi che la professione infermieristica vive da Nord a Sud, Nursing Up ha organizzato un’assemblea-presidio per questa mattina a Milano, sotto Palazzo Lombardia, dalle 10 alle 12. L’obiettivo è sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla crisi del personale sanitario e sulle urgenti necessità della sanità italiana.

“Il sistema sanitario nazionale ha perso oltre 23mila infermieri negli ultimi tre anni – denunciano i vertici del sindacato -. I professionisti sanitari subiscono carichi di lavoro insostenibili, stipendi inadeguati e aggressioni frequenti, mettendo a rischio la salute dei cittadini”.

L’appuntamento di oggi in Lombardia ruota attorno a sette punti fondamentali:

Adeguamento degli stipendi alla media europea Ocse.

  • Blocco della nuova figura dell’assistente infermiere, considerata un arretramento nella qualità assistenziale.
  • Revisione urgente degli organici infermieristici.
  • Indennità economiche per contrastare la fuga di infermieri, specialmente nelle zone di confine.
  • Maggiore sicurezza nelle strutture sanitarie.
  • Riconoscimento del lavoro usurante per le professioni sanitarie.
  • Superamento del vincolo di esclusività e incentivi per la fedeltà aziendale.

“Queste misure sono indispensabili per garantire un’assistenza di qualità ai cittadini e per ridare dignità al sistema sanitario nazionale – sottolinea Antonio De Palma, presidente nazionale di Nursing Up -. Nella speranza che tutti gli attori della sanità, da Nord a Sud, si diano una scossa, in primis la nostra Federazione, per contribuire a una svolta che non può certo attendere”.

Redazione Nurse Times

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