Sindacati divisi sul contratto: a favore Fials, Cisl e Nursind, contrari Cgil, Uil e Nursing Up. Non è stato raggiunto il quorum del 51% della rappresentatività sindacale. Bozza in allegato.
Lo scontro sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto Sanità si accende. I sindacati, dopo mesi di trattative, denunciano il mancato recepimento delle loro richieste fondamentali da parte dell’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni). Al centro del dibattito: aumenti salariali, valorizzazione delle professioni sanitarie e misure per contrastare la fuga degli operatori verso il settore privato.
I punti centrali del dibattito
1. Aumenti salariali: La proposta di un incremento lordo di 172 euro mensili è stata giudicata irrisoria da alcuni sindacati, considerando il netto inflazionistico e l’impatto limitato sulle buste paga.
2. Indennità e riconoscimenti professionali: Persistono criticità sulle disparità tra professioni sanitarie, come il mancato riconoscimento di indennità adeguate per ostetriche, infermieri e personale tecnico.
3. Carichi di lavoro e sicurezza: I lavoratori lamentano condizioni di lavoro insostenibili, insufficienti garanzie contro le aggressioni e la mancanza di misure concrete per ridurre i carichi di lavoro e garantire il benessere psicofisico.
4. Valorizzazione e progressione di carriera: La bozza di contratto avrebbe introdotto limitazioni significative per l’accesso a ruoli di elevata qualificazione, escludendo molti professionisti con titoli pregressi.
5. Fondi contrattuali: Nonostante le risorse aggiuntive stanziate, molti ritengono che esse non siano sufficienti per coprire tutte le esigenze del comparto.
Ecco le posizioni dei principali sindacati e le dichiarazioni del presidente dell’Aran, Antonio Naddeo.
Favorevoli alla firma del CCNL
FIALS: per senso di responsabilità, saremmo stati disponibili a firmare l’ipotesi contrattuale che accoglieva gran parte delle nostre proposte normative
Abbiamo dichiarato più volte come le risorse fossero insufficienti, ma anche la recente legge di Bilancio, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, ha stanziato una somma che abbiamo definito inadeguata per dare ossigeno alla nostra Sanità. Eppure, per senso di responsabilità, Fials sarebbe stata disponibile a firmare l’ipotesi contrattuale che accoglieva gran parte delle nostre proposte normative. Tuttavia, l’inspiegabile mancata adesione al contratto da parte di Cgil, UIL e Nursing-Up impedirà ai lavoratori di ottenere le somme economiche disponibili e di beneficiare delle importanti conquiste normative che avevamo raggiunto.
Le perdite economiche per i lavoratori
- Aumento della tariffa delle prestazioni aggiuntive a 50 euro l’ora.
- Risorse aggiuntive per l’indennità notturna.
- Incremento dell’indennità di specificità infermieristica e di tutela del malato e promozione della salute (con un successivo aumento previsto nel prossimo contratto).
- Adeguamento dell’indennità per le ostetriche, al pari di quella degli infermieri, correggendo una disparità storica.
- Aumento dell’indennità di pronto soccorso, con arretrati da giugno 2023.
I miglioramenti contrattuali non più accessibili
- Incremento degli stipendi:
- 193,90 euro per l’area ad elevata qualificazione;
- 135 euro per i professionisti della salute e i funzionari;
- 127 euro per l’area degli assistenti;
- 120 euro per l’area degli operatori;
- 115 euro per il personale di supporto (comprensivi della vacanza contrattuale).
- Nuove tutele sindacali per migliorare le condizioni lavorative.
- Limitazione dell’uso delle pronte disponibilità per salvaguardare il benessere psicofisico dei lavoratori.
- Regolamentazione contrattuale per la libera professione.
- Maggiore tutela contro le aggressioni al personale, con introduzione del patrocinio legale e supporto psicologico per le vittime.
- Potenziamento della formazione: le ore dedicate all’aggiornamento ECM sarebbero state incluse nell’orario di lavoro.
- Introduzione dell’age management: esonero dai turni notturni e dalle pronte disponibilità per i lavoratori sopra i 60 anni.
- Possibilità di effettuare straordinari per incarichi di funzione con valore economico inferiore a 5.000 euro.
- Settimana corta su base sperimentale per favorire la conciliazione vita-lavoro e l’estensione delle ferie solidali.
- Priorità di accesso alla turnazione opposta per genitori di figli minori e famiglie monoparentali.
- Nuovi requisiti per l’accesso all’elevata qualificazione: laurea triennale o titolo equipollente e 7 anni di incarico funzionale, posizione organizzativa e/o coordinamento svolto.
- Estensione fino al 31/12/2026 delle progressioni verticali tra le aree, con requisiti alternativi al titolo di studio.
Siamo profondamente amareggiati per non essere riusciti a ottenere ciò che i lavoratori meritano, per responsabilità di CGIL, UIL e Nursing Up che hanno scelto di ostacolare il contratto. Fials continuerà a lottare senza arretrare di un solo passo, sempre nell’esclusivo interesse dei lavoratori.
Bottega (NURSIND): un’occasione persa
“Un’occasione persa, soprattutto in prospettiva. Non erano infatti le risorse – troppo poche quelle da distribuire in questa tornata contrattuale – il punto di forza del Ccnl del comparto sanità 2022-2024, ma la possibilità di aprire subito la nuova negoziazione per il triennio 2025-2027 e, quindi, di fruire dei fondi già stanziati nella Legge di Bilancio”. Andrea Bottega (foto), segretario nazionale del sindacato Nursind, commenta così la mancata firma della pre-intesa, oggi, all’Aran.
“Per colpa del protagonismo di qualcuno – attacca il segretario Nursind – a farne le spese saranno molti lavoratori. A cominciare dal personale dei pronto soccorso, che attendeva ancora l’adeguamento dell’indennità con le risorse stanziate dal giugno 2023. Chi si è tirato indietro rispetto a questo atto di buon senso e responsabilità dovrà dare spiegazioni, ad esempio, alle ostetriche, che avrebbero finalmente ottenuto l’equiparazione economica con gli infermieri sull’indennità di specificità. Oltre che agli infermieri, in primis ai turnisti con figli: sul piano della disciplina del rapporto di lavoro, nelle pieghe del Contratto, c’era infatti uno sforzo in favore della conciliazione tra tempo professionale e privato”.
“Si è deciso di gettare alle ortiche sette mesi di intenso lavoro negoziale – conclude il segretario Nursind –. Adesso non rimane che sperare di tornare al tavolo in tempi brevi. Per il bene del personale, ma anche per il buon funzionamento del nostro Ssn”.
Cisl: decisione grave
“Cgil, Uil e Nursing Up hanno fatto saltare il tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL della Sanità Pubblica, negando ai lavoratori e ai professionisti della sanità le conquiste ottenute in mesi di negoziato e di pressing su Governo e Parlamento. È una decisione grave che tocca direttamente le tasche di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute dei cittadini”.
Un NO a prescindere come lo è stato per la finanziaria, per il patto di coesione sociale, per il Contratto delle Funzioni Centrali dello Stato.
“Il contratto che stavamo per firmare avrebbe garantito aumenti stipendiali del 7%, pari a oltre 170 euro lordi al mese su 13 mensilità, insieme a ulteriori 90 euro annui pro capite per incrementare i fondi contrattuali. Tutte le indennità erano state rivalutate e aumentate grazie a specifici stanziamenti di legge, offrendo un concreto riconoscimento economico a chi lavora in prima linea. Inoltre, erano stati introdotti importanti strumenti per la sicurezza sul lavoro, come l’obbligo per le aziende di assumersi ogni onere di difesa legale in caso di aggressioni al personale.”
“Il contratto prevedeva anche misure significative per la qualità della vita lavorativa: il riconoscimento del buono pasto in smartworking, l’introduzione sperimentale della settimana corta, la proroga delle progressioni economiche in deroga e nuove tutele per il personale in età avanzata. Tra le conquiste più rilevanti, avevamo impedito la disapplicazione dell’OSS senior, ampliato l’accesso all’area EQ con la laurea triennale e garantito maglie più ampie per la libera professione extramuraria, oltre a garantire alle ostetriche le medesime indennità degli infermieri ” spiega la CISL FP.
“Con questa scelta, CGIL, UIL e Nursing Up, sottolinea Giovanni Zanini della Cisl Fp di Verona, oltre a ritardare i negoziati 2025-2027, hanno tolto soldi dalle tasche delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti per puro tatticismo, in vista delle RSU.
Con un governo di centro sinistra si poteva firmare anche con aumenti di 80 € nel contratto 2016-2018, ma con il centrodestra nessuna pietà.
Poi ci si lamenta perché lavoratrici e lavoratori scelgono di licenziarsi per passare a partita iva o per scegliere altri lavori maggiormente valorizzanti la professione o attività maggiormente gratificanti dal punto di vista economico. Pura strategia politica che avrà solo l’effetto di distruggere uno stato sociale già in forte affanno. Vadano ora in assemblea a spiegare ai lavoratori perché hanno negato gli aumenti, gli arretrati, le indennità e tutte le innovazioni normative conquistate con mesi di lavoro, giocando sulla pelle di 580 mila addetti del settore”.
Sindacati che hanno detto NO al CCNL
Longobardi (Uil Fpl) lancia un appello al Governo: “Si mettano in campo risorse adeguate per garantire contratti dignitosi e si lavori per superare le criticità emerse nella trattativa”
“Le risorse stanziate sono del tutto insufficienti per recuperare il potere d’acquisto eroso negli anni. A fronte di un’inflazione che sfiora il 17% netto, l’aumento complessivo proposto si ferma a un irrisorio 6% lordo.
L’incremento salariale promesso di 172 euro lordi mensili si tradurrà, di fatto, in soli 50 euro netti in busta paga: un risultato inadeguato rispetto alla mole di lavoro e alle responsabilità che gravano sulle lavoratrici e i lavoratori del comparto” prosegue Longobardi, che continua “Le indennità, ferme da oltre 20 anni, sono indegne: 1,80 euro lordi all’ora per la pronta disponibilità, 2,55 euro lordi per il turno festivo e così via. I lavoratori sono costretti a ricorrere in modo eccessivo a straordinari e prestazioni aggiuntive per ottenere un salario dignitoso, spesso superando i limiti normativi e mettendo a rischio la loro salute e sicurezza”.
“Non vi sono reali misure per valorizzare professionalmente ed economicamente il personale. Questo contratto rischia di aumentare i carichi di lavoro, favorire la fuga di personale, allungare le liste d’attesa e peggiorare i servizi per i cittadini. Sottoscrivere un contratto al ribasso, con risorse inadeguate, indennità bloccate e carenza di fondi per il salario accessorio, significa tradire il mandato di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori” chiosa duramente Longobardi, che prosegue “A chi vende fumo su presunti diritti e aumenti negati, rispondiamo con fermezza che un sindacato serio ha il dovere di difendere il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori”.
De Palma (Nursing Up): “Risorse insufficienti e richieste ampiamente disattese su più fronti. Non tradiremo le speranze dei lavoratori firmando un accordo decisamente inadeguato”
Firmare questo contratto avrebbe significato tradire le attese e le speranze dei lavoratori che rappresentiamo», esordisce De Palma. «Le risorse messe a disposizione sono insufficienti e molte delle nostre richieste, fondamentali per il riconoscimento della professionalità di infermieri, ostetriche e altri professionisti sanitari, sono rimaste ampiamente disattese».
Tra i principali nodi critici che hanno portato al mancato accordo:
- Accesso all’area di elevata qualificazione: la proposta ARAN, di ammettere solo le lauree magistrali e quelle di primo livello, avrebbe escluso infermieri, ostetriche e professionisti sanitari con titoli del vecchio ordinamento, spaccando in due tali professioni. Questo è inaccettabile per il Nursing Up, che si batte da tempo per una progressione di carriera equa e inclusiva.
- Risorse economiche: i 170 euro lordi proposti per i lavoratori sono una cifra irrisoria, lorda, e per troppi aspetti frutto di un calcolo che altro che non è che una triste media dal momento che, secondo De Palma, questi aumenti arriverebbero come “fumo negli occhi” rispetto alle reali necessità di riconoscimento economico per il personale sanitario.
- Formazione ECM: negata la richiesta del sindacato, che almeno 2 ore fossero estrapolate dal debito orario settimanale di 36 ore, per essere dedicate alla formazione obbligatoria ed ECM.
- Mobilità del personale: il contratto non offre, come chiesto dal sindacato, garanzie su periodi certi per i bandi di mobilità, lasciando i lavoratori in un limbo organizzativo inaccettabile.
- Nessuna risposta concreta sull’aumento della parte fissa dell’indennità per gli incarichi di base degli infermieri, ostetriche e prof sanitarie o sull’incremento del tempo retribuito per la vestizione e le consegne per il personale turnista.
Il messaggio di De Palma è perentorio: non ci fermeremo qui
«La nostra lotta non si ferma certamente qui. L’obiettivo del Nursing Up è un contratto che risponda davvero alle esigenze dei lavoratori della sanità. Andremo avanti per ottenere condizioni eque e risorse adeguate, e continueremo a rappresentare con forza i professionisti sanitari nelle trattative future».
De Palma sottolinea inoltre l’urgenza di riprendere il confronto con il Governo e con l’Aran su basi più solide, in linea con le promesse fatte nei mesi precedenti , e con l’impegno di valorizzare concretamente i professionisti della sanità.
«Non accetteremo compromessi al ribasso. I lavoratori della sanità italiana meritano di più, e il Nursing Up continuerà a lottare per i loro diritti».
Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil: “un evidente messaggio ai lavoratori che per incrementare le proprie entrate dovevano essere disponibili a lavorare di più“
La bozza di contratto per il comparto sanità proposta da Aran “non dava le risposte necessarie alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità. Troppo poche le risorse per incrementare gli stipendi, nessuna risposta sulle indennità, un evidente messaggio ai lavoratori che per incrementare le proprie entrate dovevano essere disponibili a lavorare di più“. “Un surrettizio incremento dell’orario di lavoro – sottolinea Vannini – in un comparto afflitto da condizioni di lavoro insopportabili. Non c’erano strumenti sufficienti per la valorizzazione di carriera dei professionisti e l’introduzione dell’assistente infermiere, così come proposta, avrebbe rappresentato una pietra tombale per la valorizzazione degli operatori socio-sanitari Oss. Un testo che avrebbe alimentato la conflittualità dentro le aziende, non portando soluzioni su mensa e retribuzione nelle ferie”.
Naddeo (Aran)
Infine si dice “deluso” per il mancato accordo il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo: “Al di là dell’aspetto economico, comunque rilevante – continua Naddeo – non potranno essere applicati molti degli istituti che avrebbero da subito migliorato le condizioni lavorative e di vita dei lavoratori del comparto sanità“.
“Ora è difficile capire cosa succederà in futuro, perché in queste due intense giornate di contrattazione abbiamo esplorato tutte le vie per giungere a un accordo, e inoltre sta per partire il periodo di elezioni delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie), in cui diventerà più aspro il conflitto sindacale e sarà oggettivamente complicato programmare nuovi incontri per il rinnovo del contratto per il comparto Sanità. Tengo a precisare – aggiunge Naddeo – che fino a questa mattina sembrava possibile arrivare alla firma, poiché abbiamo cercato di rispondere positivamente alle richieste poste anche ieri dalle organizzazioni sindacali, in particolar modo di chi sembrava volere la definizione della trattativa”.
Conclusioni e prospettive
Mentre i sindacati alzano il livello dello scontro, si profila un periodo di agitazione nel comparto sanitario. Con il contratto fermo e l’insoddisfazione crescente tra gli operatori, l’ipotesi di scioperi e mobilitazioni non sembra più così lontana.
Le prossime settimane saranno cruciali per capire se le trattative riprenderanno con un’intesa o se lo stallo sfocerà in un autunno caldo per il sistema sanitario nazionale.
Parola ai lettori: Quali sono, secondo voi, le soluzioni migliori per risolvere questo braccio di ferro? Raccontatecelo nei commenti o inviateci una mail a [email protected]
Redazione Nurse Times
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Sarei curioso di sapere gli aumenti delle indennità, a che cifra corrispondono. Se ne sente parlare solo ora che è andato in fumo la firma del contratto.
Inoltre cisl e fials dicevano che con la firma avremmo avuto diritto a 4 ore per la formazione mentre nursing up smentisce..