E’ il senatore Antonio Scavone a presentare l’interrogazione parlamentare proposta dal sindacato F.S.I. sul preoccupante fenomeno delle aggressioni subite dagli infermieri nelle strutture sanitarie pubbliche siciliane, invitando i parlamentari a documentarsi poichè il disagio sta assumendo ormai dimensioni di carattere nazionale.
Ci aspettavamo che tale iniziativa partisse da uno dei nostri cinque colleghi presenti in parlamento, invece ci affidiamo ad un medico!!!
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-02620
presentata da
ANTONIO SCAVONE
giovedì 7 agosto 2014, seduta n.302
SCAVONE – Ai Ministri dell’interno e della salute – Premesso che:
il Coordinamento nazionale infermieri aderente alla Federazione sindacati indipendenti, ormai da tempo evidenzia un preoccupante aumento del fenomeno delle aggressioni a danno di infermieri e personale sanitario negli ospedali siciliani;
il 1° agosto 2014 un’infermiera ha subito una violenta aggressione al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” di Catania e sempre nello stesso ospedale un medico volontario è stato picchiato e minacciato dai parenti di un degente. Il 5 agosto a Palermo all’ospedale “Villa Sofia” i familiari di un uomo a cui era stato assegnato un “codice verde” hanno preso a pugni due infermieri;
tale problematica è stata rimarcata dal Coordinamento infermieri (con nota prot. 121/14 del 17 febbraio 2014) alle nove Procure siciliane, ai prefetti ed ai sindaci di Palermo e Catania, nonché resa nota tramite diverse comunicazioni indirizzate alle Istituzioni ed alla stampa, ma senza alcun riscontro;
priva di esito è rimasta anche la loro richiesta di incontro formulata al questore di Catania e finalizzata alla reintroduzione delle postazioni di polizia in seno alle strutture di pronto soccorso dei presidi ospedalieri “Garibaldi”, “Vittorio Emanuele” e “Cannizzaro” di Catania che risultano da tempo in perenne sovraffollamento e privi di vigilanza;
il protrarsi della situazione mette a rischio sia il personale medico, armato solo di competenza, solidarietà e professionalità, sia i pazienti medesimi, esasperati, costretti a restare in attesa per ore, a volte giornate intere, su barelle inadatte, quando sono disponibili, o su semplici sedie, visitati nei corridoi senza alcuna forma di privacy;
il fenomeno delle aggressioni è aggravato dalla perdurante carenza di personale infermieristico dovuta ai provvedimenti legislativi ed economici che a più riprese, in questi ultimi anni, hanno interessato il panorama della sanità italiana, fondati essenzialmente su tagli lineari della spesa sanitaria (mezzi, strutture e personale), provocando così gravi ripercussioni sul sistema dell’offerta e sull’erogazione dei servizi essenziali di assistenza;
in definitiva, ci si trova di fronte ad un’evidente escalation di violenze, difficilmente arrestabile in forma autonoma, specie in realtà dove sono presenti servizi di emergenza e psichiatrici,
si chiede di conoscere:
se il Ministro dell’interno, alla luce di quanto accaduto e di quanto accade nelle strutture ospedaliere siciliane, non intenda attivarsi per la reintroduzione delle postazioni di polizia soprattutto all’interno del pronto soccorso dei presidi ospedalieri di Catania che risultano da tempo in privi di vigilanza;
quali iniziative intenda adottare il Ministro della salute al fine di monitorare la situazione di emergenza nella quale, da tempo, giacciono le strutture ospedaliere siciliane, e per scongiurare il fenomeno delle aggressioni sempre più frequenti in danno degli operatori sanitari, per riportare così gli ospedali ad essere quei luoghi sicuri dove garantire tranquillità ai pazienti ed ai professionisti che vi operano;
quali misure intenda porre in essere per assicurare l’aumento del numero degli infermieri e la modifica delle sottodimensionate dotazioni organiche per primarie esigenze assistenziali.
Fonte: banchedati.camera.it
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