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Vietri, Andreula “c’è bisogno di un risveglio culturale dei Colleghi infermieri impegnati in politica”

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Continua a Vietri sul Mare, l’iniziativa formativa di inizio estate implementata da alcuni collegi ipasvi pugliesi gemellati con altri da sud a nord dopo tanti anni di successo conseguiti nel Centro Congressi di Pugnochiuso in Puglia. 

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Appuntamento ospitato nella splendida cornice di Vietri sul Mare, Amalfi Coast, dal 14 al 17 giugno, tema prescelto “Attività gestionale, clinica e formativa dell’infermiere: nella realtà e nell’immaginario collettivo”  caratterizzato dall’incontro interattivo tra Infermieri e Studenti in Infermieristica.

L’evento promosso dal collegio Ipasvi di Bari, Barletta-Andria-Trani, La Spezia, Cosenza e patrocinato dalla Federazione Nazionale collegi Ipasvi e dai collegi ipasvi provinciali di Brescia, Firenze, Milano-Lodi-MB, Rimini e Teramo.

I GRANDI TEMI che meritano  APPROFONDIMENTO E RIFLESSIONII SULLO “Stato di salute della professione infermieristica DALLA FORMAZIONE ALL’ESERCIZIO PROFESSIONALE”, secondo Andreula (Presidente del Collegio di Bari) riguardano essenzialmente almeno tre direttrici su cui sono convergenti e articolate una serie di argomentazioni:

  • La formazione dell’Infermiere in Università (Modello formativo, contenuti curricolari, reclutamento dei docenti, tirocini, professori, …).
  • L’arretramento del riconoscimento professionale, nei fatti, dell’infermieristica in quanto professione intellettuale autonoma.
  • La crisi di identità professionale che consegue al proprio “Status de facto” rispetto al ruolo e alle responsabilità che  l’ordinamento gli riconosce.

Rispetto alla formazione dell’infermiere nelle Università Italiane, egli si sofferma sugli aspetti più critici del sistema che, a suo dire, soffre della mancata definizione di un “modello di riferimento” unico per tutto il territorio nazionale.

Egli ritiene:

  • RISIBILE numero di professori ordinari e associati disciplinare nelle Università presso cui è attivato il CDL in Infermieristica;
  • L’ASSENZA di chiari criteri per l’individuazione delle figure di Presidente e “Direttore” di ogni Corso attivato;
  • La CARENZA di criteri per l’individuazione dei Professori afferenti al SSN/R (privilegiare le competenze disciplinari rispetto ai percorsi formativi realizzati) e relative modalità di remunerazione (lezioni, esami, riunioni docenti, etc.)
  • La MANCANZA di criteri per l’individuazione dei “tutori” e relative modalità di remunerazione (attività di laboratorio, valutazioni, riunione docenti, etc.);

Sull’arretramento della disciplina egli precisa che c’è bisogno di un “risveglio culturale” dei Colleghi infermieri, soprattutto quelli impegnati in politica, negli organismi di rappresentanza professionale e sindacale, ma anche nella funzione dirigenziale.

Nell’attuale ordinamento ci sono tutte le tutele di legge affinché la professione infermieristica si caratterizza come una “professione intellettuale a tutto tondo” poiché l’infermiere:

  • Fa riferimento a un corpus sistematico di conoscenze acquisite in un percorso di formazione universitario;
  • Ricopre una funzione centrale per la società
  • Possiede uno specifico profilo professionale e un albo o collegio professionale,  riconosciuti dall’ordinamento giuridico
  • Rispetta un codice deontologico, volto ad abilitare il controllo e la trasparenza sociale.

Andreula, rispetto alla crisi d’identità che consegue al proprio “Status de facto” rispetto al ruolo e alla responsabilità che  l’ordinamento gli riconosce riprende esempi concreti che si riscontrano da “dati di fatto” in molte regioni riguardo :

  • La l. 43/2006 inapplicata (non sulle specialità ma su ogni livello della filiera professionale, rapportata e integrata ai livelli delle altre filiere);
  • Idem per la legge 251/2000
  • idem per l‘art. 8 del CCNL 17 /10/2008 – “Area Dirigenza SPTA –  Dirigenza delle Professioni Sanitarie

Inoltre fa richiamo ad una serie di problematicità sui seguenti argomenti:

  •  Modelli organizzativi infermieristici
  • Dotazioni Organiche
  • Figure di supporto
  • Standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi
  • Fenomeno del “Demansionamento”
  • Volumi di attività/rischio professionale
  • Responsabilità contrattuale/extracontrattuale
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dott. Saverio Andreula

Andreula termina il proprio intervento soffermandosi con dovizia di particolari (avendo partecipato ai Tavoli Ministeriali sulle “competenze avanzate” ed è tuttora impegnato sul tavolo tecnico attivato presso il ministero della salute dal sottosegretario De Filippis Vito) sullo stato dell’arte del livello di interlocuzione professione sulla famigerata bozza di accordo sulle competenze avanzate, riprese dal “Comma 566”.

Partecipato e propositivo il dibattito che segue all’intervento di Andreula che esorta i presenti a tenere alto il livello di attenzione  sull’evolversi della situazione  professionale che potrebbe scaturire dal posizionamento politico e istituzionale dei protagonisti del “Tavolo tecnico”, destinato a produrre effetti, (si spera) su più fronti e su più tavoli (Ministero, Regioni, conferenza stato/regioni, collegi/fnc, politica, etc.).

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dott. Adolfo Stellato

Il dott. Adolfo Stellato nella sua qualità di ex direttore delle attività formative del Cdl di infermieristica dell’Università “Ruggi” di Salerno, nella sua interessante relazione sul sistema formativo universitario, si sofferma sul “l’importanza assoluta di avere un professionista infermiere dedicato e integrato nell’organizzazione didattica, in grado di seguire e orientare gli studenti in infermieristica, in ogni loro percorso didattico: nel tirocinio pratico clinico, in particolare , coadiuvato da tutor capaci…”. Nell’ambito della sua esperienza come direttore del polo didattico di Salerno il dott. Stellato denuncia alcune logiche che muovono i criteri di scelta dei docenti universitari “venivano designati su indicazione politica/sindacale e non sulla competenza. I piani di studio vengono creati non sulla base di esigenze formative degli studenti ma su quelle che erano le richieste dei docenti a disposizione, se ci sono 10 medici chirurghi si adegua il piano a loro…“.

Il tutor non è declinato dalla legge, non c’è un sistema incentivante ma vengono individuati dal direttore didattico “c’è una differenza non solo tra regione e regione ma da azienda ad azienda”. L’assistente al tirocinio didattico è una figura infermieristica “che orienta gli studenti secondo un piano di sperimentazione professionale concordato sulla base degli obiettivi formativi di ogni anno di corso”

Secondo Stellato bisogna mettere al centro dell’attenzione lo studente “perchè rappresenta la risorsa meno esplorata e meno utilizzata dall’arsenale Pedagocico”. Il sistema formativo è medicocentrico con infermieristica parte della facoltà di medicina, per cui ci “sono solo tre infermieri docenti universitari associati in Italia”.
Egli esorta gli organismi di rappresentanza a incisive azioni a tutela della qualità dell’offerta formativa oggi ” ben lontana ” da essere considerata sufficiente al raggiungimento degli obiettivi qualificanti previsti dagli attuali ordinamenti.

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dott.ssa Nunzia Barletta

La dott.ssa Barletta Nunzia nel suo seguito e inedito intervento si sofferma a considerare l’accreditamento dell’infermieristica in una dimensione europea per gli aspetti esaminato con “art.31 della recente direttiva europea che determina la formazione infermiere responsabile dell’assistenza generale”.

La dott.ssa Barletta, precisa nel suo intervento che ci sono differenze importanti che vedono alcuni paesi avere una formazione accademica con contenuti disciplinari equilibrati e simili (Bulgaria, Italia, Spagna UK) altri stati invece hanno ordinamenti in cui la professione infermieristica non ha specifici percorsi professionalizzanti. “Nella direttiva del 2013 vengono inserite 8 competenze specifiche che determinano successivamente i curricula formativi in infermieristica”. I flussi europei di infermieri italiani vedono una prevalenza verso l’UK. La dott.ssa Barletta, attraverso collegamenti in rete, documenta la procedura con cui si arriva all’ottenimento della tesssera europea, una procedura telematica che ci consente di poter lavorare all’estero. La procedura è semplice e arriva in tre mesi a conclusione, immettendo il paese in cui si intende lavorare e la durata del rapporto lavorativo.

Giuseppe Papagni

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