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NExT. Progetto di Educazione Sanitaria: l’infermiere e la prevenzione dalle malattie da sostanze tossiche

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Introduzione di Giuseppe Papagni

Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times.

Giunge all’indirizzo mail della nostra redazione ([email protected]) il lavoro di tesi della dott.ssa Carmela Mele, dal titolo “Progetto di Educazione Sanitaria: l’infermiere e la prevenzione dalle malattie da sostanze tossiche”, laureatasi presso l’Università “Tor Vergata” di Roma.

INTRODUZIONE

L’impatto che le sostanze tossiche hanno sulla salute della popolazione è un importante problema di salute pubblica che colpisce soprattutto i paesi altamente sviluppati ma oggi anche quelli in via di sviluppo.

Come si evince dall’ampia letteratura scientifica esistente su tale argomento, e come dichiarato anche dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, i contaminanti presenti nella nostra aria, acqua, cibo e suolo, a certi livelli di esposizione, possono causare i più svariati effetti avversi sulla salute; come ad esempio cancro, malformazioni congenite, malattie respiratorie, alterazioni dello sviluppo neurologico.

Gli agenti tossici sono largamente diffusi sia nell’ambiente outdoor che indoor a partire  già dall’utilizzo di prodotti di uso quotidiano e, la loro pericolosità, è amplificata  dal cosiddetto “bioaccumulo”, ossia l’aumento della propria concentrazione nell’organismo umano.

Tra gli inquinanti in stretta correlazione con l’insorgenza di malattia vi sono i metalli pesanti: milioni di bambini in città inquinate hanno mostrato effetti dannosi a livello cerebrale, anomalie strutturali e volumetriche del cervello, infiammazione sistemica  e deficit cognitivi.

Anche i pesticidi hanno un importante ruolo nello sviluppo di molte malattie, l’assunzione avviene soprattutto attraverso l’alimentazione e, come può essere facilmente immaginabile, non danneggia solo la salute dei bambini, ma pare abbia un impatto importante in molte delle malattie estremamente diffuse tra la popolazione adulta.

Di fronte a queste considerazioni appare sempre più urgente imboccare l’unica strada che fino ad ora non è stata percorsa né nella guerra contro il cancro, né per altre patologie, ovvero la strada della Prevenzione Primaria, cioè una drastica riduzione della esposizione a tutti quegli agenti chimici e fisici già ampiamente noti per la loro tossicità e cancerogenicità.

La prevenzione primaria  è di gran lunga la misura sanitaria più efficace: conoscere il proprio stato di intossicazione e la tipologia di sostanze tossiche presenti nel corpo è fondamentale sia per poter porre rimedio sia per ipotizzare la sorgente inquinante per fare una migliore prevenzione.

MATERIALE E METODO

Studio descrittivo. La popolazione è costituita da tre campioni: studenti del CdL in Infermieristica di un P.O del Casertano, da un gruppo di cittadini attivi nella difesa dell’ambiente e da un terzo gruppo scelto mediante campionamento di convenienza tra comuni cittadini.

Per una maggiore uniformità del campione, si è scelto di selezionare i cittadini di entrambe i gruppi appartenenti alla stessa area geografica, denominata “Terra dei Fuochi”, compresa tra la provincia a Nord di Napoli quella a Sud della provincia di Caserta.

A tutti e tre i gruppi è stato somministrato a tempo zero un questionario composto da ventinove items, atti ad esplorare  le conoscenze, le percezioni e la sensibilità sul rapporto esistente tra sostanze tossiche, ambiente e salute.

Il questionario è stato strutturato da un gruppo di esperti sulla tematica.

Si è ritenuto opportuno, soprattutto per limiti dovuti alle risorse temporali, di effettuare in modo sperimentale l’intervento formativo ed il successivo questionario di verifica, soltanto ai giovani studenti del corso di Infermieristica.

Tale scelta è dovuta anche al fatto che gli infermieri debbano avere una priorità rispetto alla popolazione, in termini di miglioramento della formazione su questa tematica, proprio in ragione del loro importante ruolo riguardo al tema della salute pubblica, oltre a rappresentare questo un imperativo dettato dal Codice Deontologico e dal Profilo professionale

L’intervento educativo è stato strutturato con una giornata di studio, fornendo informazioni verbali, supportate da una presentazione in Power Point con dati reperiti in letteratura.

Ci si è avvalorati della presenza di uno dei massimi esperti  di fama internazionale in merito a tale tematica, il Dottor Antonio Giordano, Direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia, presidente del Comitato Scientifico della Human Health Foundation Onlus, e professore di Anatomia e Istologia Patologica  presso il Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Neuroscienza, presso il Laboratorio di Tecnologie Biomediche ed Oncologia sperimentale dell’Università di Siena.

RISULTATI

Da un’analisi generale delle risposte fornite,  il dato che sembra emergere maggiormente è la preoccupazione percepita per la gestione dei rifiuti e delle discariche da parte di tutti e tre i gruppi.

La deforestazione e l’inquinamento acustico, al contrario, appare essere la tematica ambientale sulla quale i ragazzi sembrano rivolgere le minori preoccupazioni.

In merito all’attuale stato dell’ambiente, i giovani mostrano un’estrema sensibilità infatti,  accanto a coloro che testimoniano una partecipazione attiva in difesa dell’utilizzo delle risorse per una salvaguardia della salute ambientale (9%), vi sono tuttavia coloro che, pur mostrando il desiderio di voler intervenire in maniera propositiva non sanno quali comportamenti virtuosi perseguire (70%).

Il dato che sembra emergere con maggior evidenza dalla interpretazione delle risposte fornite dai giovani in merito al rapporto tra ambiente e salute è, da un lato, il riconoscimento di un ruolo sempre più rilevante dell’ambiente come uno dei determinanti della salute più importanti e, dall’altro, la presenza di una fragilità dello stato dell’ambiente con potenziali risvolti di rischio per la salute e la qualità della vita dell’individuo

Il gruppo rappresentato dai comitati civici impegnati nella tutela dell’ambiente hanno evidenziato un grado di conoscenza sulla questione abbastanza elevato, tant’è che hanno indicato un numero maggiore di risposte corrette.

Per quanto riguarda le fonti di informazioni, che si ritiene abbiano maggiormente creato modifiche delle conoscenze sulle tematiche ambientali dei due gruppi, si ha un sostanziale pareggio su internet come fonte di informazioni

CONCLUSIONI

Si ritiene, almeno in parte, raggiunto l’obiettivo del presente studio, che era quello di offrire un quadro d’insieme della percezione e delle conoscenze del rapporto tra ambiente e salute da parte di differenti gruppi di popolazione, così da effettuare interventi formativi maggiormente aderenti alle reali esigenze dei destinatari.

Un eventuale intervento formativo da parte degli infermieri, troverebbe in questo lavoro molti spunti per effettuarlo un modo più preciso, teso a colmare le reali criticità riscontrate in termini di conoscenze e percezioni.

La salute umana è strettamente legata all’ambiente in cui viviamo, concetto che non rappresenta certo una novità visto che già Ippocrate sosteneva che “nessun medico debba provare ad effettuare una diagnosi o somministrare una terapia senza prima conoscere dal punto di vista ambientale la città ed i luoghi dove risiede il paziente”, la vera novità è rappresentata dalla tipologia di agenti da cui ci dobbiamo difendere.

Comprendere questo punto, sarà nel futuro tra le più importanti sfide che gli operatori della salute dovranno affrontare.

Oltre a quello che viene considerato il capostipite dei medici, anche il corrispettivo infermieristico, rappresentato da Florence Nightingale, ha messo l’ambiente come elemento centrale della sua teoria, affermando che “le malattie possono scomparire solo se si cura l’ambiente, poiché  unico responsabile delle malattie”.

Il legame tra infermieri e la tutela dell’ambiente potrebbe oggi essere implementato, essendo essi tra gli attori più rilevanti nello scenario sanitario, inoltre gli infermieri sono numericamente numerosi e distribuiti in modo molto capillare, caratteristiche che rendono questa figura strategica per promuovere e preservare la salute mediante comunicazione diretta, volta a ridurre l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente e le sue conseguenze sulla salute.

Inoltre, tale tematica, per gli infermieri, risponde ad un preciso dovere deontologico, come richiamato all’ Articolo 19 del C.D: “L’infermiere promuove stili di vita sani, la diffusione del valore della cultura della salute e della tutela ambientale, anche attraverso l’informazione e l’educazione”.

 

Dott.ssa Carmela Mele

Allegato

Tesi: Progetto di Educazione Sanitaria: l’infermiere e la prevenzione dalle malattie da sostanze tossiche

 

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