Il gruppo Facebook “Infermieri Uniti” ha lanciato una petizione nazionale contro il demansionamento. Ogni cittadino può aderire firmandola online al seguente indirizzo
Riportiamo di seguito le parole di Giuseppe Sgambelluri, coordinatore regionale per la regione Lombardia insieme a Raffaele Varvara.
«Dopo anni dall’abolizione del mansionario e dalla promulgazione del nostro profilo professionale, continuiamo ad essere non solo demansionati, ma anche e soprattutto depauperati delle nostre potenzialità e delle nostre competenze acquisite durante gli studi universitari», si legge nel documento.
Successivamente Sgambelluri analizza il percorso formativo e le responsabilità del professionista infermiere:
«Conseguiamo laurea triennale e laurea magistrale, master di primo e secondo livello, siamo ricercatori scientifici, docenti universitari, dirigenti sanitari; pianifichiamo, gestiamo e valutiamo l’assistenza infermieristica ed abbiamo responsabilità importanti, grazie alla rilevanza delle competenze acquisite».
Ma finalmente entriamo nel vivo della questione con un’accusa ben precisa:
«Da Nord a Sud, al professionista infermiere è richiesto di svolgere mansioni domestico/alberghiere; eseguire l’igiene dei pazienti, posizionare padelle e pappagalli, dispensare, chiudere bidoni della spazzatura, riordinare le stanze di degenza. Svolgendo mansioni inferiori, per le quali sono state istituite da decenni categorie ausiliarie di supporto, non solo si compie un illecito disciplinare fino ad un inadempimento contrattuale, ma soprattutto viene a mancare il rispetto per questa nobile professione».
La petizione sarà consegnata al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla Federazione Nazionale Collegi IPASVI, ai sindacati UIL FPL, fp cgil, FP CISL e al Ministero dell’Istruzione e dell’Università non appena sarà raggiunto l’obbiettivo numerico in termini di firme.
La raccolta firme sarà solamente il primo step.
Dal mese di dicembre avrà inizio un vero e proprio bombardamento mediatico da parte dell’ideatore di tale ambizioso progetto, Arturo Caccioppoli. L’Infermiere contatterà le principali testate giornalistiche generaliste e del settore ed i principali mass media.
Nella seconda metà del 2018 si passerà al terzo step: una manifestazione che radunerà migliaia di operatori sanitari a Roma, di fronte al palazzo del Ministero della Salute.
Qualsiasi cittadino, infermiere o altro operatore del settore sanitario può aderire al progetto firmando la petizione.
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