I momenti più drastici dell’emergenza Covid sembrano essere totalmente dimenticati. Sembra inoltre che nessuno abbia imparato niente dai mesi di sofferenza e dolore appena trascorsi. Arriva la denuncia degli infermieri di Varese sulla situazione al pronto soccorso.
Prima c’è stata la denuncia pubblica con uno striscione all’ingresso di Viale Borri a cui è seguita la replica della direzione strategica dell’azienda. Ora, però, alcuni dipendenti sollevano e documentano un ulteriore problema in una lettera pubblicata da Varese News.
La denuncia degli infermieri di Varese
“Di fronte all’affermazione virgoletta “attualmente la dotazione di posti letto è adeguata alle esigenze del pronto soccorso”, non possiamo che usare le parole usate dalla stessa azienda: “appare inoltre stupefacente una così scarsa conoscenza “della situazione in esame.
“Si è tornati da tempo ad avere pazienti che stazionano in Pronto Soccorso fino a 4/5 giorni. Anche in questi ultimi giorni ci risulta che il Pronto Soccorso abbia dovuto fermare l’afflusso di ambulanze per mancanza di barelle. Da tempo ormai i pazienti allettati sono tornati ad occupare le postazioni del periodo pre covid (quando non era previsto il distanziamento sociale).
“Ci pare strano che chi ha risposto non sia a conoscenza di quello che vivono quotidianamente i cittadini che si recano in pronto soccorso: fin oltre 50 le barelle sistemate nelle sale e nei corridoi del Pronto Soccorso oltre ai pazienti in carrozzina e a quelli deambulanti. Come è possibile garantire così il distanziamento sociale considerando anche gli spazi ridotti da lavori strutturali e modifiche organizzative per fare fronte all’emergenza COVID?
“Affermare inoltre che il tempo medio di permanenza in pronto soccorso nel 2020 si è ridotto in modo significativo suona come un’affermazione denigratoria nei confronti dei cittadini e dei professionisti. Infatti i tempi medi di permanenza sono falsati dal periodo di emergenza covid durante il quale i pazienti che si rivolgevano al pronto soccorso erano drasticamente diminuiti ed i ricoveri giornalieri erano in numero irrisorio rispetto ad oggi”.
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