A Napoli, per la prima volta in Italia, è stata individuata un’altra mutazione molto rara del Covid-19. Si tratta del primo caso in Italia.
L’Istituto Pascale e l’Università Federico II di Napoli hanno isolato un’altra variante di Covid-19, di cui al momento non si conoscono il potere di infezione, né altre sue caratteristiche come accade per molte varianti rare del virus. Si chiama B.1.525. Fino ad ora, riporta ansa.it, ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna, e pochi casi anche in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti.
Negli Stati Uniti, intanto, i ricercatori stanno indagando la possibilità che vi siano fino a sette nuove varianti originate negli Usa che presentano un maggiore livello di contagiosità.
E c’è anche la variante brasiliana, riscontrata nel padovano, tra quelle sequenziate in Veneto. Lo ha riferito il presidente regionale Luca Zaia. “Noi andiamo avanti con le sequenziazioni – ha precisato – ma la situazione epidemiologica è in calo da 50 giorni. Sono comunque singoli campioni e non cluster”, ha concluso.
L’Istituto superiore di sanità chiede misure più stringenti per contenere le nuove varianti del coronavirus che continuano a far molto preoccupare. Anche gli esperti (mille, per l’esattezza) hanno inviato una lettera al premier Mario Draghi insistono per una maggiore “chiusura”.
Il rischio di ospedalizzazione e morte della nuova variante inglese (la più diffusa in Italia) sarebbe, come riporta un articolo di La Repubblica (mi.bo.), maggiore del 20% e la capacità di diffusione e trasmissibilità è alta (vedasi il caso di Pescara).
Intanto, anche l’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie, il rischio di una ulteriore diffusione del coronavirus nell’Unione è valutato da “alto a molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per le persone vulnerabili”.
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