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Sono numerose le tesi di laurea che arricchiscono il nostro progetto editoriale denominato NeXT che permette ai neolaureati in medicina, infermieristica e a tutti i professionisti della sanità di poter pubblicare la propria tesi di laurea sul nostro portale ([email protected]).
Ogni pubblicazione su NurseTimes è spendibile nei concorsi e avvisi pubblici.
Gentile Direttore di NurseTimes,
mi chiamo Ruggieri Daniela Maria infermiera laureata il 23/11/2018 presso l’Università degli studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro.
Ho letto il vostro progetto editoriale, e avrei piacere di condividere con voi la mia tesi di laurea dal titolo “Gli interventi assistenziali per prevenire il tumore alla cervice uterina: dallo screening alla diagnosi”.
Introduzione
La diagnosi di cancro è un evento sconvolgente. Il tumore della cervice uterina è per frequenza il 4° tumore maligno nella popolazione femminile mondiale. L’individuazione precoce delle lesioni precancerose permette un intervento precoce, intercettando e trattando le lesioni prima che degenerino.
Il tumore della cervice deriva da lesioni precancerose, alterazioni benigne dei tessuti, che possono regredire o dare origine a un tumore. Si distinguono lesioni di basso grado (definite anche displasie lievi, o ancora CIN1: neoplasia cervicale intraepiteliale 1) e lesioni di alto grado (o displasie moderate/gravi, carcinoma in situ, CIN2/CIN3). Le lesioni precancerose della cervice e il tumore in fase precoce non danno sintomi, ma si possono rilevare con un esame ginecologico, con il Pap Test e con il vaccino HPV. L’incidenza dei tumori della cervice uterina in Italia, negli ultimi dieci anni, è diminuita di quasi il 25% proprio grazie agli effetti positivi dello screening e del trattamento precoce e in questo caso gioca un ruolo cardine il professionista infermiere il quale, in collaborazione con il professionista medico e ostetrica: accoglie e accompagna, durante tutto il percorso, l’utenza femminile in ambulatorio.
Gli infermieri hanno un ruolo chiave in quanto sono in grado, attraverso una comunicazione strutturata, di rendere consapevole la popolazione circa gli effetti benefici e i rischi del vaccino così come dei rischi e dell’incidenza del tumore al collo dell’utero. Il compito degli infermieri è importante, soprattutto per quanto riguarda le strategie di prevenzione secondaria e per molteplici ruoli di prevenzione ed educazione alla salute: assistono i genitori e adolescenti nel prendere decisioni consapevoli sulle nuove raccomandazioni di prevenzione della salute, come per esempio una vita sessuale sicura, la monogamia, l’uso del preservativo e l’attitudine al fumo.
Obiettivo
L’obiettivo di questa tesi è quello di identificare quali sono gli interventi assistenziali per prevenire lo sviluppo del tumore alla cervice uterina presenti in letteratura da effettuare durante lo screening e la diagnosi.
Materiale e Metodi
Utilizzando la metodologia P.I.C.O. tra settembre 2017 e gennaio 2018 è stata condotta una ricerca preliminare della letteratura internazionale riguardante l’argomento nelle banche dati PubMed, Cochrane Collaboration, National Guideline Clearinghouse, Scottish Intercollegiate Guidelines Network, National Institute for Clinical Excellence e New Zealand Guidelines Group, nel sito istituzionale del Ministero della Salute e nel sito E.B.N (Evidence Based Nursing) dell’Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico S.Orsola-Malpighi. La ricerca è stata effettuata in tutti i database utilizzando “nurse role”, “uterine cervix” (termini liberi), “cancer screening” (MeSH), “prevention & control” e “diagnosis” (subheading), combinati tramite l’operatore booleano AND, con limiti per lingua, data pubblicazione e tipi di studi selezionati (rispettivamente inglese o italiana, ultimi 10 anni, linee guida, revisioni sistematiche, rct, metanalisi, studi osservazionali, studi clinici controllati, clinical trial, studi multicentrici).
Risultati
Attraverso la ricerca sono stati individuati 32 articoli e di questi ne sono stati selezionati 7. Tutti i lavori selezionati giungono alla medesima conclusione: il tumore alla cervice uterina è un fenomeno complesso che deve essere affrontato da un’ equipe multidisciplinare e con interventi sia standard sia personalizzati. Tra gli interventi standard che la letteratura propone troviamo: organizzare nelle scuole o nei posti di lavoro giornate informative durante le quali fornire un inquadramento della patologia: eziologia e epidemiologia del tumore alla cervice uterina; elaborare degli opuscoli informativi (materiale divulgativo) da lasciare nelle scuole, consultori/ospedali, sale d’attesa di studi medici; spiegare il rischio che deriva dall’avere rapporti sessuali non protetti con numerosi partner; fornire informazioni circa la necessità di programmare visite ginecologiche regolari focalizzate sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce; spiegare l’importanza di sottoporsi al test HPV (ripetuto ogni 5 anni); spiegare l’importanza di aderire allo screening quali Pap- test (ripetuto ogni 3 anni) e al vaccino HPV (ogni 5 anni); spiegare l’importanza di sottoporsi alla colposcopia con biopsia dove necessaria.
Tra gli interventi assistenziali personalizzati in letteratura troviamo: supportare psicologicamente e con l’aiuto di altri professionisti le donne prossime a essere sottoposte a esami strumentali quali: pet, risonanza magnetica della pelvi o tac del torace per valutare la conferma di diagnosi, stadiazione o metastasi; preparazione psicologica e fisica della donna in caso di diagnosi conclamata; preparazione psicologica e fisica in caso di intervento chirurgico.
Conclusioni
I pazienti neoplastici e i loro cari si troveranno di fronte a cambiamenti radicali, a problemi e a sfide che sarà più facile risolvere se si dispone di informazioni utili e reti di sostegno. Per questo motivo il medico, l’equipe infermieristica e altri membri dell’equipe multidisciplinare potranno rassicurare le donne risolvendo tutti i loro dubbi sul trattamento, sulla ripresa del lavoro, sulla possibilità di continuare ad avere una vita sociale e di svolgere le normali attività di vita quotidiana. In ogni caso parlare con un professionista esperto nell’assistenza ai pazienti oncologici può aiutare ad individuare le criticità e le risorse disponibili durante la malattia. Può aiutare anche partecipare a gruppi di sostegno psicologico in cui si possono conoscere altre persone che vivono e che convivono nella stessa situazione direttamente o indirettamente. Condividere le proprie emozioni e i propri pensieri con persone che hanno avuto la medesima esperienza può favorire l’espressione di sentimenti che si è scelto di non condividere con parenti ed amici, oltre che ad apprendere qualche consiglio su come affrontare la situazione
Daniela M. Ruggieri
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