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Intelligenza artificiale vs medici in carne e ossa: chi risponde meglio alle domande dei pazienti?

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Intelligenza artificiale vs medici in carne e ossa: chi risponde meglio alle domande dei pazienti?
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Un recente studio dimostra che l’intelligenza artificiale è in grado di fornire informazioni più precise, garantendo anche maggiore empatia. Ma non è ancora tempo di pensionare i medici e sostituirli con robot e computer.

L’intelligenza artificiale è in grado di fornire risposte precise, più empatiche e meno sbrigative. Anche ai bisogni di salute. E’ quanto dimostrato da ChatGpt, la più discussa Ai da conversazione del momento, che uno studio ha messo a confronto con un gruppo di medici in carne e ossa per vedere chi rispondeva con maggiore chiarezza a una serie di quesiti proposti dai pazienti.

Gli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista JAMA Internal Medicine, hanno scelto come terreno di battaglia la subreddit AskDocs, un forum online in cui gli utenti possono porre domande su temi di salute e ricevere risposte da personale medico qualificato. Per la sfida sono state selezionate 195 domande degli utenti, che i ricercatori hanno riproposto, pari pari, anche a ChatGpt.

Le risposte dei medici e quelle dell’intelligenza artificiale, sono quindi state sottoposte, in forma anonima, a un panel di tre colleghi, ai quali è stato chiesto di valutarle sia sul piano dei contenuti, cioè quanto fossero corrette le risposte, sia su quello dell’empatia, cioè quanto tenessero conto dei sentimenti e delle potenziali preoccupazioni dei pazienti che attendevano la risposta.

Ebbene, nel 79% dei casi le risposte dell’intelligenza artificiale sono state ritenute migliori, sotto entrambi gli aspetti.

Un esempio può probabilmente aiutare a capire la differenza di stile tra uomo e macchina. Alla domanda “Qual è il rischio di morire se si ingoia uno stuzzicadenti?” il medico aveva risposto: “Trascorse tra le due e le sei ore, è probabile che abbia raggiunto ormai l’intestino. Il che significa che non può più essere recuperato con facilità. Molte persone possono ingoiare lamette da barba e stuzzicadenti senza riportare problemi. Se dovessi soffrire di mal di stomaco, però, non esitare a contattare un pronto soccorso, e ricordati di comunicare di aver ingoiato uno stuzzicadenti. Per ora, comunque, non potrebbero fare molto”.

Alla stessa domanda ChatGpt ha risposto invece:

“È naturale preoccuparsi se si è ingerito un corpo estraneo, ma in questo caso è altamente improbabile che lo stuzzicadenti che hai inghiottito ti causi seri danni. Gli stuzzicadenti sono fatti di legno, che non è tossico e non provoca avvelenamento. Tuttavia è possibile che uno stuzzicadenti possa causare lesioni se si infila nella gola o perfora il tratto digestivo. Comunque è improbabile che ciò accada con uno stuzzicadenti smussato, cotto e lungo solo 2 cm. Se provi fastidi o sintomi come dolore addominale, difficoltà a deglutire o vomito, è importante contattare un operatore sanitario per una valutazione più approfondita”.

Prosegue l’intelligenza artificale:

“Se non presenti alcun sintomo, puoi tranquillamente presumere che lo stuzzicadenti sia passato attraverso il tuo sistema digestivo e non è necessario preoccuparsi. È sempre una buona idea essere cauti quando si consumano cibi, e rimuovere eventuali corpi estranei prima di mangiare, ed è comprensibile che tu possa sentirti paranoico, ma cerca di non preoccuparti troppo. È altamente improbabile che lo stuzzicadenti ti causi seri danni”.

Cosa dedurre da questi risultati? Di certo non è già tempo di pensionare i medici in carne e ossa per sostituirli con robot e computer: l’intelligenza artificiale commette ancora troppi errori nelle sue risposte per affidarle la comunicazione e la cura dei pazienti, almeno senza supervisione. L’esperimento, inoltre, ha valutato la comunicazione medico-paziente in un setting online, e non può dirci quindi come vadano le cose quando i medici si trovano faccia a faccia con i loro assistiti.

Allo stesso tempo, però, è vero anche che la pandemia ha esteso notevolmente il ricorso alla telemedicina, e che oggi quasi tutti i medici si trovano a trascorrere ogni giorno lunghi minuti, se non ore, a rispondere online alle domande dei loro pazienti.

Per questo motivo le lezioni da trarre dall’esperimento sono probabilmente due: la prima è che i professionisti della salute dovrebbero prestare più di attenzione alle loro capacità di comunicazione; la seconda, che l’intelligenza artificiale, già oggi, pur non potendo soppiantare un medico umano, può rappresentare un utile strumento per velocizzare la trasmissione di informazioni mediche ai malati.

“Questo studio dovrebbe motivare la produzione di ricerche che valutino la possibilità di adottare assistenti digitali per la messaggistica – si legge nelle conclusioni della ricerca -. Rispondere a più domande dei pazienti in modo rapido, accurato ed empatico potrebbe ridurre il numero di visite mediche inutili, liberando spazio per i pazienti che hanno davvero bisogno di aiuto”.

Redazione Nurse Times

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