Negli ultimi dodici mesi, circa 400 infermieri provenienti dal Piemonte hanno deciso di lasciare l’Italia per lavorare in Svizzera, spinti da condizioni lavorative inaccettabili e attratti da stipendi che sembrano un sogno nel nostro Paese. Il sindacato di categoria NurSind ha evidenziato questa tendenza, sottolineando la difficile situazione che il sistema sanitario italiano sta affrontando.
Un’infermiera intervistata da La Stampa ha condiviso la sua esperienza, raccontando di aver inviato il curriculum e ricevuto una risposta positiva dopo una settimana. In Svizzera, ha ottenuto riconoscimenti per anzianità che hanno aumentato il suo stipendio del 40%. Anche lavorando solo 20 ore a settimana, guadagna ora 2.400 euro rispetto ai circa 1.700 del suo impiego a tempo pieno in Italia. La decisione di lasciare il proprio paese d’origine è motivata, oltre che dalla prospettiva economica, anche da condizioni lavorative ritenute insostenibili.
In particolare, giovani infermieri sotto i trent’anni sono quelli che principalmente scelgono di emigrare in Svizzera. Le ragioni di questa scelta includono turni massacranti, saltare ferie e riposi per guadagni mensili di 1.800 euro. La carenza di personale infermieristico è evidente negli ospedali piemontesi, con conseguenze dirette sulla qualità dell’assistenza. Un’infemiera, delegata della Cigil, ha dichiarato che i turni massacranti non consentono di avere una vita, e qualsiasi assenza di un collega mette a rischio la copertura dei turni.
I dati del sindacato Nursing Up indicano che nell’Asl del Verbano-Cusio-Ossola manca il 10% dei 750 infermieri in organico. Con la costruzione di un polo sanitario al confine con l’Italia, la situazione è destinata a peggiorare, secondo il referente dell’area Vco. La direttrice generale dell’Asl Vco, Chiara Serpieri, ha sottolineato la sfida della competitività, affermando che l’Italia non riesce a competere con il settore privato né con le condizioni più favorevoli offerte all’estero.
L’emigrazione degli infermieri italiani in Svizzera è un segnale allarmante delle difficoltà che il sistema sanitario italiano sta affrontando. Affinché l’Italia possa trattenere il proprio personale sanitario altamente qualificato, sarà essenziale affrontare le questioni legate alle condizioni di lavoro e agli stipendi, promuovendo un ambiente professionale più sostenibile e competitivo.
La crisi degli stipendi investe tutte le figure professionali dagli infermieri ai medici, agli operatori socio sanitari. Un futuro a tinte fosche per la sanità pubblica, da sempre considerata un bancomat dai nostri politici.
Redazione Nurse Times
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